Poche settimane fa Venezia è stata al centro di un evento mediatico mondiale. Jeff Besoz e Lauren Sanchez si sono sposati, trasformando la Laguna in un set. Questo tipo di matrimoni mediatici, che effetto hanno sui professionisti del settore? Ne parliamo con Emanuele Salci, famoso wedding planner romano, che di matrimoni in grande stile se ne intende. Per farci raccontare quanto effettivamente questi eventi portano benefici a chi organizza le nozze, e soprattutto per chiedere chi è veramente questa figura tanto citata e discussa che organizza i giorni più importanti per una futura coppia di sposi.
Il matrimonio dell’anno è quello di Jeff Besoz e Lauren Sanchez a Venezia. Con occhio critico lei che fa il wedding planner di mestiere, come lo giudica?
Il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sanchez è stato senz’altro un evento iconico, non solo mediatico, ma anche per la scenografia e l’organizzazione impeccabile. Non posso che notare la cura con cui è stato orchestrato ogni dettaglio: la scelta di Venezia come location parla di eleganza senza tempo e di un romanticismo tutto italiano, mentre l’allestimento e l’atmosfera hanno saputo fondere perfettamente lusso e intimità. Al di là del glamour, ciò che più colpisce è la coerenza dell’evento con l’identità degli sposi: un matrimonio pensato per emozionare, raccontare una storia e lasciare il segno, come ogni grande evento dovrebbe fare. Alcune situazioni le avrei cambiate, come la scenografia della torta, a mio avviso non rispecchiava loro, era di uno stile completamente diverso da quello che abbiamo visto.
Che impatto hanno in mestiere come il suo, questi eventi mediaticamente importanti tipo quello di Besoz?
Questi tipi di eventi in stile Besoz hanno un impatto significativo anche sul nostro settore: dettano tendenze, influenzano i gusti e spesso ispirano desideri nei futuri sposi. Non è raro che dopo un matrimonio tanto visibile, i clienti inizino a chiedere atmosfere simili, location iconiche o dettagli che richiamano quello stile. È importante saper interpretare queste ispirazioni con equilibrio, adattandole alla personalità della coppia e al contesto reale. Allo stesso tempo, questi eventi alzano l’asticella della qualità percepita, spingendoci a innovare, a curare ancora di più il dettaglio e a offrire esperienze davvero su misura. In fondo, dietro il fascino dell’evento spettacolare, resta sempre l’essenza del nostro lavoro: raccontare una storia d’amore in modo autentico. Besoz comunque è stato unico.

C’è chi si divide fra pro Besoz, adducendo a un indotto economico rivelante per la Laguna e chi invece parla di spreco. Lei cosa ne pensa?
Come in ogni evento di grande portata, anche questo matrimonio ha sollevato opinioni contrastanti. Dal mio punto di vista, è importante distinguere il valore simbolico da quello concreto: un evento come quello di Bezos a Venezia ha certamente generato un indotto notevole per la città in termini di visibilità e lavoro, coinvolgendo professionisti, strutture ricettive, maestranze locali. Tuttavia, comprendo chi solleva il tema del rispetto per un contesto delicato come quello lagunare. Il punto è sempre l’equilibrio: la bellezza e la spettacolarità non devono mai prescindere dal rispetto per il luogo che le ospita.
Cosa vuol dire organizzare quello che si definisce il giorno più bello?
Organizzare un matrimonio significa prima di tutto entrare nella vita delle persone in punta di piedi, comprenderne i desideri, le emozioni e spesso anche le fragilità. È un lavoro creativo, certo, ma anche profondamente umano. Ogni dettaglio, dalla scelta della location all’illuminazione, contribuisce a costruire una narrazione autentica. Per me, il vero successo non sta nel colpo d’occhio, ma nell’emozione che gli sposi e gli invitati provano nel vivere quella giornata. È un privilegio poter contribuire a rendere indimenticabile un momento tanto unico.
Quanto chi decide di convolare a nozze chiede consigli, si affida agli esperti e quanto sa già quello che vuole?
Oggi gli sposi arrivano spesso con idee molto chiare, anche grazie ai social e ai modelli visti in tv o online. Il nostro compito, però, è trasformare quei riferimenti in qualcosa di autentico e coerente con la loro personalità. Alcuni clienti si affidano completamente, altri vogliono mantenere il controllo su ogni dettaglio. In entrambi i casi, il dialogo è fondamentale: un buon wedding planner non impone mai, ma accompagna, guida e a volte aiuta a fare ordine tra sogni e realtà.

Guardando la tv, ci sono molti suoi colleghi che raccontano i matrimoni. Secondo lei, c’è ancora un modo diverso per mostrare i fiori d’arancio dinnanzi a una telecamera?
Credo che ci sia sempre spazio per raccontare il matrimonio in modo diverso. Molti programmi si concentrano sull’estetica e sul risultato finale, ma il dietro le quinte, le emozioni, i momenti di tensione, le scelte intime, ha un fascino ancora poco esplorato. Raccontare il matrimonio non solo come evento, ma come percorso, potrebbe essere un modo nuovo e emozionante di portare i fiori d’arancio in televisione.
Perché ha deciso di dedicarsi al wedding?
Perché amo le storie. Ogni matrimonio è un racconto d’amore unico, che prende forma attraverso colori, suoni, atmosfere. Ho iniziato come show cooking, affascinato da questi grandi eventi fatti di tanta adrenalina e sfide da superare, decisi di intraprendere un percorso completamente diverso e che fare il Wedding Planner mi permetteva di unire creatività, empatia e precisione. È un lavoro intenso, ma vedere la felicità negli occhi degli sposi alla fine della giornata è una soddisfazione che ripaga ogni fatica.
Nelle due competenze c’è anche l’arredo natalizio, ecco in quel caso come si organizza?
Il Natale è un altro momento fortemente emotivo, e progettare allestimenti natalizi significa interpretare il senso del calore, della memoria e dell’accoglienza. Si parte sempre da un concept: può essere classico, elegante, fiabesco, minimalista. Poi si lavora su colori, materiali, profumi e luci. Che sia una casa privata, una boutique o un hotel, l’obiettivo è creare un’atmosfera che parli al cuore, con coerenza e stile.
Senza fare nomi, ha mai allestito in tema natalizio la casa di qualche vip? E mai ricevuto richieste stravaganti?
Sì, mi è capitato di lavorare per clienti molto noti, soprattutto nel periodo natalizio, quando la casa diventa teatro di momenti familiari e conviviali. Le richieste stravaganti non mancano mai: da alberi decorati esclusivamente con fiori freschi, a cene natalizie ispirate ai paesaggi nordici con neve artificiale in casa. Ma è anche questo il bello del mio lavoro: ogni progetto è una nuova sfida creativa, da affrontare con rigore e passione.