Raccontare la verità scomoda per tenere viva la democrazia
Il Pride Village ha inaugurato una delle serate più coinvolgenti e significative dell’edizione attuale, trasformando l’arena in uno spazio di riflessione collettiva sui lati oscuri, le fragilità nascoste e le ferite ancora aperte della storia della Repubblica Italiana. Due autorevoli esponenti della giustizia, Gherardo Colombo e Felice Casson, hanno guidato i presenti lungo un cammino fatto di domande irrisolte, dubbi persistenti e verità mai del tutto svelate.
Mario Chiavalin stimola il confronto con immagini potenti

Il regista e autore Mario Chiavalin, conosciuto per documentari di grande impatto come La Loggia Occulta e Giuseppe Taliercio – Il delitto perduto, ha condotto l’incontro, offrendo un contesto visivo ed emotivo attraverso selezioni tratte dalle sue opere. Mario Chiavalin ha stimolato il dibattito con la forza narrativa delle immagini, creando uno spazio denso di pensiero e confronto. Gherardo Colombo e Felice Casson hanno arricchito il dialogo con analisi penetranti, riflessioni personali e racconti che hanno lasciato il segno.
I presenti hanno condiviso la convinzione che la costruzione del futuro debba partire da una comprensione profonda e lucida del passato. La serata si è articolata attorno a parole forti e decisive: terrorismo, servizi deviati, golpe silenziosi, P2, poteri invisibili, connivenze istituzionali. Questi temi non appartengono solo al passato remoto ma continuano a incidere sulle dinamiche attuali della vita democratica del Paese.
Felice Casson rivela intrecci oscuri e ostacoli alla verità
Felice Casson, magistrato che ha guidato le indagini sulla strage di Peteano, ha denunciato con decisione il legame torbido tra apparati deviati dello Stato e forze eversive. Felice Casson ha spiegato come, durante il suo percorso investigativo, abbia incontrato muri di silenzio, archivi negati e manovre di depistaggio. Ha sottolineato che, ancora oggi, la trasparenza rappresenta una sfida aperta e imprescindibile per chi cerca giustizia.
Gherardo Colombo invoca il legame tra coscienza e legalità
Il giudice simbolo dell’inchiesta Mani Pulite, Gherardo Colombo, ha richiamato l’importanza di unire giustizia e responsabilità civile. Durante l’incontro, ha affermato: “La democrazia respira con la coscienza attiva”. Secondo Gherardo Colombo, i cittadini devono alimentare la democrazia attraverso la consapevolezza, la vigilanza e la partecipazione. Ha esortato il pubblico a ricostruire un rapporto autentico con le istituzioni, partendo dalla conoscenza e dalla memoria condivisa.
Le immagini di Mario Chiavalin risvegliano ricordi sepolti
Le proiezioni di Mario Chiavalin, tratte dai suoi documentari d’inchiesta, hanno riportato alla luce volti dimenticati, voci spente troppo in fretta e storie mai approfondite fino in fondo. Ogni immagine ha offerto lo spunto per un confronto acceso e per momenti di commozione profonda. Le sequenze hanno parlato con potenza, toccando corde emotive e intellettuali, rendendo visibile ciò che spesso i manuali tacciono.
L’incontro ha rappresentato molto più di un evento culturale. Nel contesto libero e inclusivo del Pride Village, da sempre luogo di diritti, confronto e libertà di espressione, la serata ha assunto un valore simbolico e civile profondo. Di fronte a una società che tende a dimenticare, recuperare la memoria diventa un dovere condiviso, un gesto consapevole di responsabilità collettiva.
Nel finale, Gherardo Colombo ha lasciato il pubblico con parole cariche di significato:
“La verità non è un punto d’arrivo, è una strada da percorrere insieme”.
Questa frase si è trasformata in un invito, un’esortazione e anche in un seme di speranza.
MERCOLEDÌ 16 LUGLIO 2025 – ORE 21:30
ARENA VILLAGE – PRIDE VILLAGE, FIERA DI PADOVA
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI
PER INFORMAZIONI: MARKETING@HEDDYMEDIA.IT
A cura di Mario Altomura
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