Attore emergente e volto promettente del nuovo cinema siciliano, Salvatore Piemonte si distingue per la sua naturalezza interpretativa e per una visione del cinema capace di coniugare radici e innovazione. Giovane ma con le idee chiare, Salvo — come lo chiamano amici e colleghi — riflette con maturità sul presente e sul futuro della commedia italiana, soffermandosi su un genere tanto amato quanto discusso: i cinepanettoni.
Salvo, secondo te, i cinepanettoni hanno ancora un senso nel cinema italiano di oggi, oppure appartengono ormai a un’altra epoca?
Ricordo che vedevo spesso questo genere di film durante il periodo di Natale: era piacevole, divertente, e faceva parte di quell’atmosfera di festa. Credo che anche oggi abbiano il loro pubblico, perché il loro obiettivo è sempre stato quello di regalare un’atmosfera natalizia e spensierata. Per me hanno senso oggi come nel passato.
Pensi che quel tipo di comicità — spesso leggera, grottesca e a tratti provocatoria — possa ancora far ridere il pubblico contemporaneo?
Secondo me sì. La comicità leggera colpisce proprio quel pubblico che cerca risate e intrattenimento. È questione di gusti, ma resta un genere che ha avuto e continua ad avere un riscontro positivo.
Come attore siciliano, abituato a una comicità più legata al territorio e alla cultura locale, come percepisci l’umorismo “nazionale” dei cinepanettoni?
A me piace l’umorismo in generale, senza preferenze territoriali. Credo che la comicità sia una dote rara: non tutti riescono a interpretarla davvero. Spesso mi capita di guardare performance eccellenti di attori comici, e ammiro la loro capacità di far ridere con naturalezza.

Oggi che le piattaforme digitali hanno cambiato il modo di fruire i film, credi che ci sia ancora spazio per una commedia natalizia “popolare” come quella di una volta?
Assolutamente sì. L’atmosfera natalizia dei film, comici o meno, porta con sé qualcosa di magico che le piattaforme non riescono a restituire. Il cinema ha sempre quel qualcosa in più: vedere un film in sala è un’esperienza che coinvolge e unisce le persone.
I cinepanettoni spesso giocavano su stereotipi regionali e di genere: pensi che oggi questo tipo di linguaggio sia superato o possa essere reinterpretato in chiave più moderna e intelligente?
Mi auguro che ci sia un adeguamento in chiave moderna. Bisogna seguire le tendenze e i gusti del pubblico. Anche una comicità meno “elitaria”, se fatta bene, può essere efficace e positiva. L’importante è che sia autentica e rispettosa dei tempi che viviamo
Ti piacerebbe partecipare a un film ispirato a quella tradizione comica, magari con uno stile più attuale e ironico?
Per carattere sono molto poliedrico, quindi sì, mi vedrei anche in un film comico. Mi piacerebbe lavorare accanto a un grande maestro della comicità: sarebbe una grande esperienza e sicuramente molto divertente.
Cosa pensi che abbia reso i cinepanettoni così amati da una parte del pubblico e così criticati da un’altra? C’è qualcosa che, secondo te, si può ancora imparare da quel tipo di cinema?
Penso che sia una questione di gusti. C’è chi ama vestirsi elegante e chi sportivo, ma non significa che uno stile sia migliore dell’altro. Ho usato questo paragone perché per me il cinema funziona allo stesso modo: ogni genere ha il suo valore. L’importante è che sappia arrivare al pubblico e trasmettere emozioni, risate o riflessioni.



