A Venezia una serata straordinaria ha celebrato Aquino Reato, tra ricordi indelebili, emozioni profonde e la passione cinematografica trasmessa alle nuove generazioni
Un riconoscimento per un pioniere del grande schermo
Marco Reato ha ricevuto durante la cerimonia veneziana il rinomato “Premio Amici per il Cinema”, creato per onorare la memoria di Aquino Reato, suo padre. La cena di gala si è svolta grazie all’organizzazione di Starlight sotto la supervisione di Paolo Chiparo, in stretta collaborazione con Scarpatipress, guidata da Fabio Scarpati, e con la conduzione di Beppe Convertini. La motivazione del premio ha messo in luce il valore della sua visione: “Aquino Reato ha trasformato il cinema in un’esperienza condivisa, portando la magia del grande schermo ovunque”.
Accanto a Marco, la nipote Alessia ha partecipato attivamente alla premiazione, segnando un passaggio simbolico di testimone tra tre generazioni profondamente legate al mondo del cinema. La serata ha restituito al pubblico il ritratto di un uomo che, già negli anni Cinquanta, aveva intuito l’importanza sociale delle proiezioni cinematografiche. Con un semplice camioncino e un proiettore 35 mm, Aquino Reato animava le piazze dei piccoli borghi trasformandole in autentiche sale cinematografiche all’aperto, anche in luoghi dove la televisione non era ancora presente.
Ricordi di proiezioni indimenticabili

Marco Reato ha raccontato con emozione: «Ogni proiezione era un momento unico: le famiglie portavano la propria seduta o una coperta da stendere a terra. Quelle immagini rimanevano impresse nella memoria di tutti». L’inventiva di Aquino continuò con progetti sempre più ambiziosi: dai cinema prefabbricati itineranti negli anni Settanta fino al gigantesco schermo mobile inaugurato nel 1984, venti metri per dieci, capace di ospitare mille spettatori con audio Dolby Surround. Queste realizzazioni testimoniavano la sua lungimiranza e la volontà di spingersi sempre oltre. «Papà guardava sempre avanti, non si accontentava mai di ciò che già esisteva», ha ricordato Marco.
La passione che attraversa generazioni
Cresciuto in quell’ambiente creativo, Marco iniziò presto a partecipare attivamente all’impresa di famiglia: dal ruolo di maschera e addetto ai manifesti fino a diventare proiezionista a soli tredici anni. «Non ho mai sbagliato un film, mentre altri a volte montavano le pellicole al contrario», ha raccontato con orgoglio. La stessa passione ha contagiato Alessia, che dopo un’esperienza televisiva ha scelto di perfezionarsi a Los Angeles, puntando a costruire una carriera di successo nel cinema internazionale.
Il cinema come mezzo di unione e comunità
La serata veneziana ha celebrato non solo la memoria privata di Aquino Reato, ma anche il valore collettivo del cinema: un mezzo per unire le persone, creare legami e condividere emozioni autentiche. «Questo premio appartiene a papà, ma in fondo un po’ anche a me, perché la mia vita è stata interamente segnata dai suoi sogni», ha concluso Marco Reato. L’evento ha ricordato il vero significato del grande schermo: trasformare ogni proiezione in un’esperienza memorabile, capace di legare le generazioni e mantenere viva la magia che Aquino Reato aveva acceso decenni fa.
A cura di Mario Altomura
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