Marco Boglione ci racconta il Premio Cavour… ed il 6 giugno 2025 si festeggia il 165esimo anniversario della morte del Conte a Santena (TO)… Chi era il Conte Camillo Benso di Cavour? L’importanza di questo personaggio storico viene celebrata dal Premio Cavour e dall’omonima Fondazione Cavour. Ce lo racconta il Presidente di questa realtà. Abbiamo infatto avuto il privilegio di intervistare Marco Boglione, imprenditore che oggi fa ciò che oggi regala tempo ed energie alla Fondazione Cavour, compie, usiamo le sue parole, «una piccola forma di restituzione per la fortuna che mi ha riservato la vita sia sul piano umano che professionale».
Il Premio Cavour 2025 è stato assegnato al Maestro Riccardo Muti, che riceverà tale riconoscimento il 29 settembre prossimo. Ci può anticipare come mai avete scelto proprio il Maestro Muti, che viene premiato dopo personalità davvero illustri selezionate nelle altre 18 edizioni?
Per rispondere alla Sua domanda, bisogna ricordare le motivazioni del Premio Cavour, che giunge quest’anno alla XIX edizione, e il palmarès dei premiati. Il Premio è assegnato a persone od organizzazioni dei più vari ambiti culturali, scientifici, imprenditoriali, politici, militari, sportivi, dello spettacolo o similari che abbiano contribuito e contribuiscano a continuare l’opera alla quale Camillo Benso di Cavour dedicò tutta la sua vita, ovvero l’Unità d’Italia, il rafforzamento della struttura dello Stato nazionale, l’appartenenza politica ed economica del nostro Paese alla Comunità Europea, oppure a persone che si sono contraddistinte per attività, opere e traguardi comunque riconducibili allo spirito e ai principi cavouriani. L’elenco dei premiati comprende persone ed istituzioni di altissimo livello (…)
Il 6 giugno ’25 si festeggia il 165esimo anniversario della morte di Cavour. Cosa succederà a Santena?
Come ogni anno noi onoriamo la figura di uno dei Padri della Patria nel giorno preciso della sua morte, avvenuta il 6 giugno 1861, pochi mesi dopo la dichiarazione dell’Unità d’Italia. Quest’anno siamo giunti alla XXIX edizione della manifestazione: insieme all’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” ci sarà l’omaggio alla tomba – monumento nazionale -, una conferenza/incontro e la degustazione dei prodotti tipici dei luoghi cavouriani: gli asparagi di Santena, il vino di Grinzane Cavour (Cn) e il riso di Leri (Vc). (…)
Quali altre iniziative ha in programma la Fondazione per il prossimo futuro? Ci sono poi progetti più a lungo termine?
Oltre alla manifestazione del 20 settembre con il Premio Cavour – quest’anno eccezionalmente spostato al 29 settembre – e al 6 giugno ogni anno noi organizziamo la manifestazione del 17 marzo “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. Per l’occasione da anni, oltre all’omaggio alla tomba e agli interventi delle autorità la Fondazione Camillo Cavour, insieme all’associazione “Amici della Fondazione Cavour” organizza le “Cavouriadi”, che ricordano la corsa organizzata nel 1819 dal giovanissimo Camillo Cavour nel Parco del Castello Cavour di Santena (…)
Il Castello di Santena vale senz’altro una visita per mille motivi, artistici, storici e di bellezza del paesaggio e del parco. Lei da dove partirebbe per visitarlo?
La visita dà l’opportunità di ripercorrere le tappe di una famiglia piemontese che, partendo dall’epoca medievale anche attraverso politiche matrimoniali, ha aumentato sempre di più la sua importanza fino a giungere nell’Ottocento, epoca nella quale ha vissuto l’uomo di Stato più importante che il Regno d’Italia abbia avuto, Camillo Benso di Cavour. Ma la visita – con il richiamo a persone quali Carlo Alfieri di Sostegno ed Emilio Visconti Venosta – è un’occasione per ripercorrere le tappe che hanno portato all’Unità d’Italia fino ad arrivare con Giovanni Visconti Venosta alla fine della Seconda guerra mondiale (…)
Qual è il suo ruolo all’interno della Fondazione come Presidente? Come mai ha scelto di dedicare tanto tempo e tante energie a questo progetto?
Il mio ruolo da presidente della Fondazione Cavour è quello di cercare di sensibilizzare sempre di più persone ed istituzioni a ricordare il pensiero e il ruolo attivo svolto da Camillo Cavour. Pensiero veramente attuale il suo. Basti ricordare il primo articolo da lui scritto il 15 dicembre 1847 su “Il Risorgimento”, un vero manifesto di un partito progressista moderno o i discorsi da lui pronunciati alla Camera e al Senato su “Roma capitale” a fine marzo/inizio aprile 1861 in cui si delineano i rapporti tra Stato e Chiesa che sfoceranno nei Patti Lateranensi del 1929.
Durante quasi tutta la mia ho fatto l’imprenditore, ma ho sempre cercato di dedicare una piccola parte del mio tempo e tutte le mie capacità, in favore di attività che non avessero come obbiettivo il profitto, ma l’interesse collettivo. Ho incominciato con la Film Commission, poi con l’ITP l’Agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti, poi con la Fondazione Piemontese per l’Oncologia e adesso con la Fondazione Cavour, una piccola forma di restituzione per la fortuna che mi ha riservato la vita sia sul piano umano che professionale; e per questo che l’attività mia come quella del direttore del consiglio d’amministrazione è puramente volontaria.
Le più importanti figure del Risorgimento, primi tra tutti Garibaldi e lo stesso Cavour, sono più celebrati a livello internazionale che in Italia. Secondo lei, perché succede?
In molti grandi Paesi il richiamo alla propria storia è fondamentale per continuare ad avere un’identità nazionale. L’Italia come Stato nazionale ha radici profonde nella storia romana, ma è relativamente giovane avendo solo poco più di 160 anni. Certamente lo studio e il ricordo di chi eravamo e cosa siamo è fondamentale per ritrovare le ragioni, i motivi per stare insieme ancora oggi, per ricreare lo spirito che ha permesso al nostro Paese di eccellere a livello mondiale in ambito imprenditoriale e artistico. Il ruolo delle Istituzioni, e degli uomini che le rappresentano, in questo senso è fondamentale per continuare a credere nel progetto Italia sognato da Cavour, nonché nell’Europa che verrà.
FONDAZIONE CAVOUR