{"id":54097,"date":"2025-06-28T15:02:48","date_gmt":"2025-06-28T13:02:48","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/28\/allarme-ame-in-italia-una-donna-su-dieci-e-obesa-incidenza-in-aumento\/"},"modified":"2025-06-28T15:02:48","modified_gmt":"2025-06-28T13:02:48","slug":"allarme-ame-in-italia-una-donna-su-dieci-e-obesa-incidenza-in-aumento","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/28\/allarme-ame-in-italia-una-donna-su-dieci-e-obesa-incidenza-in-aumento\/","title":{"rendered":"Allarme AME, in Italia una donna su dieci \u00e8 obesa. Incidenza in aumento"},"content":{"rendered":"
ALBANO LAZIALE (ITALPRESS) \u2013 Erano attesi da tempo e ora sono disponibili anche in Italia. L\u2019ingresso di nuovi farmaci, e in particolare degli agonisti del recettore GLP-1 (GLP-1RA) e ora anche il dual agonist (GLP1 + GIP) che mimano ormoni naturali prodotti nell\u2019intestino che stimola il rilascio di insulina e che favoriscono il controllo dei livelli di zucchero nel sangue nel paziente con diabete di tipo 2, si stanno dimostrando efficaci e sicuri anche nel contrasto del peso in contesti di obesit\u00e0. Questi farmaci stanno dunque cambiando lo scenario di approccio e cura in questo setting di pazienti e sul tema se ne discute al \u201c3\u00b0 AME Obesity Update: trattamento dell\u2019obesit\u00e0 e delle sue complicanze\u201d (Albano Laziale, Roma, 28-29 Giugno), promosso da AME (Associazione Medici Endocrinologi), presso l\u2019auditorium dell\u2019Ospedale Regina Apostolorum \u2013 Gruppo Lifenet Healthcare.
Negli ultimi decenni, specie in corso e nel post pandemia, l\u2019obesit\u00e0 ha subito una forte crescita con un incremento del 38% tra il 2003 e il 2023, secondo gli ultimi dati Istat, coinvolgendo all\u2019incirca 6 milioni di italiani, soprattutto giovani adulti (+1,6 milioni), con percentuali passate dal 2,6% al 6,6% nella fascia di et\u00e0 18-34, a discapito soprattutto delle donne una incidenza triplicata (si stima che il 10% della popolazione femminile sia obesa) \u2013 a fronte di numeri \u201csolo\u201d raddoppiati nell\u2019uomo. Non va meglio nella forbice tra 35 e 44 in cui si osserva una crescita dal 6,4% al 9,8% e tra gli over 74 con tassi incrementati dall\u201911% del 2003 al 13,8% del 2023. Oggi nuovi farmaci consentono di meglio gestire e controllare l\u2019obesit\u00e0.
\u201cI nuovi farmaci \u2013 spiega Andrea Frasoldati, Presidente AME \u2013 rappresentano uno strumento terapeutico innovativo in grado di modificare la storia naturale della malattia, in sinergia con un ampio armamentario di altre opzioni di trattamento come il counselling dietologico e psicoterapico, la chirurgia bariatrica quando indicata. A portare il \u201cpeso\u201d maggiore dell\u2019obesit\u00e0 sono tradizionalmente le donne che pagano un prezzo pi\u00f9 alto, rispetto all\u2019uomo, in temini di stigma sociale e di colpevolizzazione, a causa di barriere culturali e modelli estetici dominanti, talora di implicazione sessista, che hanno portato a idealizzare una bellezza femminile tendente alla magrezza. Diversamente dal maschio in cui qualche chilo in eccesso viene erroneamente interpretato come segno di benessere. Non vanno poi trascurate le implicazioni sulla fertilit\u00e0 e gravidanza nella donna con obesit\u00e0 esposta a importanti rischi per s\u00e8 e per il nascitur\u00f2.
Difficolt\u00e0 al concepimento, problemi a portare a termine la gravidanza, aborto spontaneo, parto pretermine, distacco di placenta, diabete gestazionale, disordini di natura fetale (bambini di pi\u00f9 grandi o di pi\u00f9 piccole dimensioni rispetto all\u2019et\u00e0 gestazionale), ipoglicemia neonatale: sono solo alcune delle problematiche che possono insorgere nella donna con obesit\u00e0 alla ricerca di una maternit\u00e0.
\u201cI nuovi trattamenti farmacologici, specificatamente gli analoghi recettoriali del GLP1- prosegue Silvia Irina Briganti, membro della commissione obesit\u00e0 AME \u2013 possono essere finalizzati anche a ridurre il peso \u201cin vista\u201d di una eventuale gravidanza. Tuttavia, al riguardo, gli studi sono pochi per la difficolt\u00e0 a effettuare studi clinici randomizzati in questa specifica fascia di popolazione e per la recente introduzione in Italia, pertanto le ridotte evidenze, soprattutto in termini di sicurezza, spingono ad un uso cautelativo. La somministrazione di GLP1 e dual agonist richiede, ad esempio, l’\u201dobbligo\u201d di sospensione di semaglutide e tirzepatide nei due mesi che precedono il concepimento o in caso della liraglutide, oggi in dismissione, di un paio di settimane. A tale proposito le donne vanno correttamente informate per evitare che incorrano in rischi soprattutto di malformazioni fetali, cos\u00ec come della necessit\u00e0 di seguire un percorso terapeutico ben definito, multidisciplinare e che coinvolga pi\u00f9 figure professionali, in primo luogo l\u2019endocrinologo e il ginecologo, lungo tutta la gravidanza. Quindi le donne devono essere parte attiva di un attento programma, oltre che terapeutico, anche di counselling e educazionale\u201d.
Spesso nella gestione dell\u2019obesit\u00e0 si trascura la possibile implicazione con un disturbo compulsivo, una fame emotiva, che spinge la persona a ricercare il cibo come atto compensatorio-consolatorio o come valvola antistress e un sedativo dell\u2019ansia.
\u201cSe l\u2019aspetto emotivo non \u00e8 conosciuto o non viene riconosciuto \u2013 precisa Simonetta Marucci, Coordinatrice Commissione Rapporti Slow Medicine di AME \u2013 si rischia di fallire nell\u2019approccio al paziente, anche nel caso in cui si impeghi il farmaco, il quale \u00e8 un supporto allo stile di vita non il sostituto. La fame emotiva caratterizza 1 obeso su 3 (35%) con disturbo alimentare compulsivo, cui si aggiunge una fascia grigia con manifestazioni sottosoglia, che possono preludere alla manifestazione di una patologia conclamata. Recenti studi sembrano dimostrare l\u2019efficacia degli agonisti GLP1 anche nel trattamento di forme obesit\u00e0 in cui prevale l\u2019aspetto compulsivo, ad esempio nel Binge Eating Disorder (BED, Disturbo da Alimentazione Incontrollata), grazie al meccanismo di azione a livello centrale che va a impattare sui centri che regolano fame, saziet\u00e0, piacere e mangiare edonico legato pi\u00f9 a gratificazione che alla nutrizione. Oggi obiettivo della ricerca clinica \u00e8 confermare l\u2019efficacia di farmaci GLP1 anche a lungo termine e l\u2019aderenza terapeutica stante che l\u2019abbandono della terapia, come noto, porta a un effetto rebound del peso. Attualmente queste terapie sono legate ad almeno due criticit\u00e0: la prescrivibilit\u00e0, consentita solo a pazienti diabetici, l\u2019elevato costo, non sostenibile per tutti i pazienti e comunque non in continuit\u00e0, rendendo di fatto il farmaco \u201cselettivo\u201d. Quindi anche le forme di obesit\u00e0 da disturbo compulsivo richiedono un approccio multidisciplinare che preveda il confronto fra medico internista, endocrinologo, nutrizionista\/dietista con una azione di counselling educativi sul paziente, in sinergia con percorso piscologico\/psichiatrico di almeno due anni seguito da un periodo di follow-up dilazionato nel tempo all\u2019interno di servizi dedicati, pubblici, ambulatoriali residenziali per i casi pi\u00f9 gravi, ricordando che i disturbi alimentarsi sono classificati nel DSM V come malattie mentali ma si caratterizzano anche per una gravit\u00e0 a livello fisico, endocrinologico, cardiologico, e non solo, con un impatto sulla salute mentale\u201d.
Sono diminuiti nel corso del tempo pregiudizi di tipo culturale, sociale, etico, religioso, sessuale. Non verso l\u2019obesit\u00e0 ritenuti in cresciti a livello mondiale, similmente ai numeri della patologia, con un discrimine maggiore, come detto, per le donne.
\u201cAssistiamo, nei confronti dei pazienti con obesit\u00e0, a pregiudizi e stigmatizzazione esternalizzata \u2013 afferma Anna Nelva, Coordinatrice Commissione Lipidologia e Metabolismo di AME \u2013 che si ripercuotono ad esempio sul mondo del lavoro portando a stimare che la persona con patologia sia priva di disciplina e di organizzazione, con effetti penalizzanti in termini di assunzione ma anche di avanzamento di carriera o a pregiudizi in ambito sociale, famigliare, in contesti scolastici con atti di bullismo fino a ripercussioni in contesti assistenziali in cui un paziente con obesit\u00e0 potrebbe ricevere follow-up meno ravvicinati rispetto a persone normopeso. Dall\u2019altro l\u2019internalizzazione dei pregiudizi induce la persona con obesit\u00e0 ad accettare stereotipi negativi che ne minano l\u2019autostima e innescano stati d\u2019ansia e depressione, a loro volta causa di alterazioni dell\u2019alimentazione che peggiorano l\u2019obesit\u00e0 stessa, oltre che di maggiore difficolt\u00e0 a accedere alle cure appropriate. Societ\u00e0, personale sanitario, educatori, Societ\u00e0 Scientifiche, Istituzioni devono unire gli sforzi per contrastare pregiudizi e stigma che fanno ritenere l\u2019obesit\u00e0 una conseguenza di scelte e comportamenti individuali determinati dal libero arbitrio, non da condizione patologica quale \u00e8 l\u2019obesit\u00e0. Bisogner\u00e0 lavorare anche per rimuovere i pregiudizi che spesso circondano chi si avvale di terapia farmacologica o della chirurgia bariatrica, come se avesse scelto \u2018la via pi\u00f9 facil\u00e8 invece di affrontare il problema con volont\u00e0 e autocontrollo. La disponibilit\u00e0 di questi nuovi farmaci cos\u00ec efficaci nel contrastare l\u2019obesit\u00e0 \u00e8 diventata anche un\u2019occasione per una riflessione fra i clinici sugli effetti causali rilevanti di caratteristiche genetiche e pressioni di un ambiente obesogeno, oltre a far accrescere la consapevolezza su questa condizione. Per permettere al paziente con obesit\u00e0 di avere il massimo beneficio dalle attuali possibilit\u00e0 di cura, comunque, sar\u00e0 necessaria una forte azione di supporto sociale e sanitario, oltre che un aiuto\u00a0per superare i pregiudizi internalizzati riguardanti il pes\u00f2.
\u201cOccorre un cambio di visione anche istituzionale per la cura del paziente obeso, altamente complesso \u2013 conclude Marco Chianelli, Coordinatore Commissione Obesit\u00e0 AME e responsabile scientifico del Congresso -. A livello governativo va posta una maggiore partecipazione attraverso l\u2019inclusione dell\u2019obesit\u00e0 in percorsi diagnostici terapeutici e con processi che possano riguardare ambienti importanti come la scuola, dove la cultura della corretta alimentazione e dell\u2019attivit\u00e0 fisica devono essere promosse sin dall\u2019infanzia o negli ambienti di lavoro. A livello di sistema sanitario nazionale invece, non soltanto pubblico ma anche quello privato, il ruolo maggiore si gioca sulla gestione di oltre sei milioni di pazienti obesi, una vera pandemia, indagando con cura le diverse componenti che concorrono al sovrappeso e obesit\u00e0: genetiche, ambientali, psicoemotive. Solo un approccio sistemico e collaborativo, con la partecipazione attiva di tutti gli attori impegnati nella gestione di obesit\u00e0 e il sovrappeso contente e consentir\u00e0 di affrontare la sfida globale contro questa \u201cpandemia\u201d.<\/p>\n
\u2013 foto ufficio stampa Associazione Medici Endocrinologi \u2013
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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