{"id":53968,"date":"2025-06-26T15:02:31","date_gmt":"2025-06-26T13:02:31","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/26\/enpaia-censis-con-invecchiamento-e-non-autosufficienza-welfare-rischia\/"},"modified":"2025-06-26T15:02:31","modified_gmt":"2025-06-26T13:02:31","slug":"enpaia-censis-con-invecchiamento-e-non-autosufficienza-welfare-rischia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/26\/enpaia-censis-con-invecchiamento-e-non-autosufficienza-welfare-rischia\/","title":{"rendered":"Enpaia-Censis, con invecchiamento e non autosufficienza welfare rischia"},"content":{"rendered":"
ROMA (ITALPRESS) \u2013 L\u2019aumento vertiginoso della popolazione anziana rischia di far saltare il sistema socioassistenziale italiano. Mentre il SSN non garantisce le prestazioni richieste dai cittadini, con i costi delle cure a pagamento che si scaricano sui bilanci delle famiglie; e si registra un boom della sanit\u00e0 integrativa con la crescita di fondi, iscritti e prestazioni erogate; si annuncia l\u2019arrivo di un vero e proprio tsunami che si abbatter\u00e0 sul sistema socio sanitario e assistenziale del nostro Paese. E\u2019 quanto emerge dal Rapporto Enpaia-Censis su \u201cDifficolt\u00e0 e tenuta del Servizio sanitario e reazioni degli italiani\u201d.
Stando al Rapporto, infatti, in Italia al 1\u00b0 gennaio, la popolazione anziana \u00e8 in forte crescita: da 11,3 milioni registrati nel 2005 siamo passati a 14,6 milioni nel 2025 e si prevedono 19 milioni di over 65 entro il 2045. Gli anziani saranno il 34% della popolazione entro il 2045, l\u2019indice di vecchiaia cresce drasticamente passando dal 138% del 2005 al 207,6% del 2025 e salir\u00e0 al 307,6% nel 2045. Cos\u00ec per ogni giovane tra i 0 e i 14 anni si avranno pi\u00f9 di tre anziani. Dati che, oltre a evidenziare il ritmo di crescita della fascia di et\u00e0 pi\u00f9 alta, certificano il carattere di lungo periodo della regressione demografica, in cui un fenomeno molto positivo come l\u2019allungamento della speranza di vita, associandosi al crollo della natalit\u00e0 modifica radicalmente la composizione demografica della popolazione italiana mettendo sotto pressione il sistema di welfare.
\u201cL\u2019invecchiamento della popolazione \u2013 afferma il Direttore Generale della Fondazione Enpaia, Roberto Diacetti \u2013 pone il tema dei servizi di assistenza socio sanitaria per la non autosufficienza in maniera ineludibile per tutti. La sanit\u00e0 integrativa avr\u00e0 uno spazio sempre pi\u00f9 importante che richiama la responsabilit\u00e0 delle parti sociali. Ma la copertura pubblica deve essere comunque garantita dalla fiscalit\u00e0 generale\u201d.
Nel 2023 erano 1,8 milioni gli anziani con limitazioni gravi che ne impediscono l\u2019autonomia, rappresentando il 13,1% delle persone con almeno 65 anni e il 63,2% del totale di persone con limitazioni gravi. Sono invece 1,4 milioni le persone con limitazioni gravi di almeno 75 anni (il 19,2% degli anziani di 75 anni e oltre) e costituiscono il 46,8% del totale delle persone con limitazioni gravi.
Numeri che richiamano, oltre alla domanda sanitaria, una gi\u00e0 esistente domanda sociosanitaria che richiede maggiori prestazioni che attualmente le persone sono costrette ad acquistare privatamente in assenza di un\u2019adeguata offerta di strutture e servizi pubblici o accreditati.
Nel 2023 erano 11,1 milioni le persone over 65 anni con almeno una malattia cronica, rappresentando il 79,4% del totale della popolazione anziana. Mentre erano 7,8 milioni (il 55,7% del totale) gli anziani con almeno due cronicit\u00e0.
L\u2019onda delle cronicit\u00e0, che sta mettendo a dura prova il SSN, \u00e8 in costante crescita: tra il 2009 e il 2023 gli anziani con almeno una malattia cronica sono aumentati del 16,3%, ma nelle persone con almeno 75 anni tale quota ha raggiunto +25,8%. Inoltre, la quota di anziani con almeno due cronicit\u00e0 \u00e8 cresciuta del 12,6%, ma tra le persone over 75 anni l\u2019incremento \u00e8 stato del 21,1%.
\u201cDati che certificano la poderosa domanda di prestazioni sociosanitarie, che non riesce a trovare risposta dal lato dell\u2019offerta, perch\u00e8 in quantit\u00e0 inadeguata e perch\u00e8 esiste un\u2019asimmetria tra il sistema sanitario, sociosanitario e socioassistenziale tradizionale e la domanda espressa dalla popolazione che invecchia \u2013 sottolineano Enpaia e Censis -. Di fronte alla carica degli anziani la famiglia resta il principale luogo di assistenza delle persone non autosufficienti, con un carico di care che ricade in gran parte, sulla componente femminile delle reti familiari. Ma tale soluzione \u00e8 destinata a doversi confrontare con la dinamica di crescita delle persone che vivono sole: nel 2014 erano circa 7,6 milioni, costituendo il 30,6% del totale delle famiglie; nel 2024 sono diventate 9,6 milioni (il 36,2% del totale) e nel 2043 diventeranno presumibilmente 10,7 milioni, costituendo quasi il 40% del totale delle famiglie. E\u2019 evidente che rispetto ai nuclei familiari pi\u00f9 tradizionali, con la presenza di figli e nipoti diretti che prendono in carico il care di genitori e nonni, le persone che vivono sole sono pi\u00f9 esposte ad una mancanza di supporto informale familiare. E non c\u2019\u00e8 rete di volontariato che sia in grado di compensare lo sfilacciarsi della rete familiare\u201d.
\u201cPerci\u00f2 \u00e8 essenziale attivare e potenziare una rete territoriale di presa in carico, composta da operatori e servizi in grado di intervenire presso le abitazioni delle persone fragili o parzialmente non autosufficienti \u2013 proseguono Enpaia e Censis -. Ma \u00e8 necessario anche sviluppare una rete di strutture residenziali e semiresidenziali in grado di prendere in carico i totalmente non autosufficienti che non hanno famiglia o i cui familiari non sono in grado di occuparsene\u201d.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, nonostante garantisca ancora l\u2019accesso universale alle cure, sta affrontando gravi difficolt\u00e0, con quasi il 40% della popolazione che non percepisce pi\u00f9 la stessa sicurezza di un tempo. Secondo il Rapporto Enpaia-Censis, il 71% degli italiani ha avuto difficolt\u00e0 nell\u2019accesso alle cure negli ultimi due anni, un problema che colpisce tutte le categorie sociali. Le lunghe liste d\u2019attesa e l\u2019affollamento spingono molte famiglie a rivolgersi alla sanit\u00e0 privata, aggravando le disuguaglianze economiche. Nel 72,5% dei casi, gli italiani scelgono il privato per prestazioni pi\u00f9 rapide, compreso il 69,5% delle fasce a basso reddito. Il 15,7% delle famiglie ha dovuto ridurre la spesa per visite mediche e accertamenti preventivi, con un aumento delle difficolt\u00e0 economiche, specialmente nel Sud e tra giovani e anziani. Questo scenario mette in discussione l\u2019equit\u00e0 e l\u2019universalit\u00e0 del SSN, rendendolo sempre pi\u00f9 diviso tra chi pu\u00f2 permettersi il privato e chi deve aspettare nel pubblico.
Gli iscritti ai fondi sanitari integrativi sono 16,3 milioni, con un aumento del 179% rispetto al 2013. Le risorse erogate ammontano a 3,2 miliardi di euro, con un incremento del 69,5% rispetto al 2013. Di queste, 2,2 miliardi sono destinati alle prestazioni Lea e 1,1 miliardi alle prestazioni integrative, con un aumento del 77,3% rispetto a dieci anni fa. I dati mostrano una crescita costante dei fondi, degli iscritti e delle risorse distribuite, indicando un crescente ricorso alla sanit\u00e0 integrativa. Tale sanit\u00e0, caratterizzata da una logica mutualistica, non riguarda solo chi ha risorse economiche, ma anche i lavoratori di categorie professionali, grazie agli accordi sindacali. Inoltre, la sanit\u00e0 integrativa sta rafforzando il potere d\u2019acquisto dei cittadini, consentendo una maggiore accessibilit\u00e0 alle prestazioni sanitarie private, distribuendo i rischi e i costi su una base collettiva. In questo modo, la sanit\u00e0 integrativa amplia le tutele, ottimizza l\u2019utilizzo delle risorse e contribuisce ad alleggerire alcune difficolt\u00e0 del Servizio sanitario.<\/p>\n
\u2013 Foto ufficio stampa Fondazione Enpaia \u2013<\/p>\n
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