{"id":52775,"date":"2025-06-09T21:03:17","date_gmt":"2025-06-09T19:03:17","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/09\/denatalita-fattore-culturale-e-non-solo-economico-lo-studio-della-fmg\/"},"modified":"2025-06-09T21:03:17","modified_gmt":"2025-06-09T19:03:17","slug":"denatalita-fattore-culturale-e-non-solo-economico-lo-studio-della-fmg","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/06\/09\/denatalita-fattore-culturale-e-non-solo-economico-lo-studio-della-fmg\/","title":{"rendered":"Denatalit\u00e0 fattore culturale e non solo economico. Lo studio della FMG"},"content":{"rendered":"
ROMA (ITALPRESS) \u2013 Che l\u2019Italia sia un Paese con una forte criticit\u00e0 in ambito demografico non \u00e8 una novit\u00e0, ma ci\u00f2 che fino ad oggi \u00e8 rimasto meno visibile \u00e8 che le motivazioni della poca propensione alla natalit\u00e0 dei giovani non siano da ricercare soltanto nella difficile fase economica che stiamo attraversando, ma anche in fattori culturali, sociali e relazionali pi\u00f9 complessi. E\u2019 quanto emerge dalla ricerca \u201cLa propensione alla genitorialit\u00e0 nei giovani e il ricambio generazionale\u201d presentato dalla Fondazione Magna Grecia alla presenza, tra gli altri, della ministra per la Famiglia, la Natalit\u00e0 e le Pari opportunit\u00e0, Eugenia Roccella. Si tratta di motivazioni interessanti da studiare in correlazione con quelli che saranno gli effetti socioeconomici della denatalit\u00e0, soprattutto se si vuole affrontare con positivit\u00e0 il futuro. La propensione alla genitorialit\u00e0 appare condizionata dalla voglia di crescere investendo su se stessi e sul proprio tempo, ma non solo. \u201cLa questione va affrontata nella sua totalit\u00e0, se si vogliono trovare soluzioni. La nostra ricerca analizza idee, opinioni e percezioni dei giovani in materia, e vuole contribuire alla comprensione del fenomeno per chi prende decisioni in materia\u201d, ha spiegato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, fondazione che da quarant\u2019anni fa della ricerca il suo cuore pulsante, in collaborazione con atenei, istituzioni, mondo del terzo settore, enti pubblici.
Lo studio conferma e radicalizza un tema: \u201cper fare famiglia ci vuole famiglia\u201d. Chi decide di fare i figli pone al centro, come elemento condizionante, la presenza forte della propria famiglia di origine a cui appoggiarsi. Il desiderio di avere dei figli esiste ed \u00e8 forte fra i giovani (per il 59,4% sar\u00e0 una tappa fondamentale nella propria vita di coppia), ma la sua realizzazione \u00e8 spesso condizionata dall\u2019aiuto che potranno ricevere dai genitori. Ma una robusta \u201crete salvagente\u201d familiare se da un lato \u00e8 il primo supporto alla nascita di una famiglia con figli, dall\u2019altro frena la voglia di quei giovani che non vogliono abbandonare il \u201cnido\u201d (\u00e8 la famiglia la parte pi\u00f9 soddisfacente della propria esistenza per il 42%) \u2013 e che spesso non possono farlo per mancanza di risorse \u2013 anche a causa di una profonda sfiducia nel supporto esterno, terzo settore compreso. Inoltre, i nostri giovani non diventano \u201cgenitori per caso\u201d: chi decide di avere un figlio lo fa per una \u201cforte propensione\u201d (46,4%) e giudica in modo molto negativo chi lo fa senza avere la giusta condizione economica. Fare figli non \u00e8 pi\u00f9 un destino, ma un progetto che spesso viene accantonato non solo per motivi economici ma anche per il timore di compromettere il proprio sviluppo individuale: non si \u00e8 disposti a rinunciare alla ricerca della solidit\u00e0 economica (49,5%), di un lavoro soddisfacente (33,4%), di una relazione di coppia stabile (38,4%) e di tempo a disposizione (33,6%). Il fattore tempo ha poi un peso ancora pi\u00f9 significativo rispetto al passato: elementi spartiacque sono infatti la realizzazione delle passioni personali (43,6%), cos\u00ec come, pi\u00f9 marginali ma presenti, un depauperamento della quantit\u00e0 e della qualit\u00e0 del tempo libero per poter stare con gli amici, dedicare spazio a se stessi, partecipare ad eventi culturali o sportivi, viaggiare e praticare proprie passioni.
Rispetto al passato \u2013 inoltre \u2013 una famiglia senza figli viene considerata ugualmente una famiglia. Soprattutto dalle donne, che vorrebbero facilitare le adozioni (41,5%), e che prendono le distanze dalla necessit\u00e0 di diventare genitrici per corrispondere al problema della decrescita demografica (4%), aspetto al contrario pi\u00f9 avvertito negli uomini (9,1%). Per i nostri giovani, dunque, se la denatalit\u00e0 \u00e8 un problema sociale, fare figli \u00e8 una questione totalmente privata e non una responsabilit\u00e0 collettiva. Le giovani donne, soprattutto, temono di pi\u00f9 di \u201cpagarla\u201d in termini lavorativi.
Il tema cruciale, per Foti, \u00e8 quello di affrontare la denatalit\u00e0 in modo forte anche nei suoi impatti: \u201cLa denatalit\u00e0 mette sotto pressione il patto sociale tra generazioni, per questo \u00e8 urgente studiare come gestirne gli effetti. Il tema della longevit\u00e0 \u00e8 centrale: vanno pensati nuovi modelli di sviluppo territoriale ed economico, anche per le aree interne. Siamo il paese pi\u00f9 anziano d\u2019Europa, e fra i primi al mondo per longevit\u00e0: se non impariamo a guardare a questo anche in chiave di opportunit\u00e0 perdiamo un\u2019occasione fondamentale di crescita\u201d, conclude Foti.
\u201cNoi non abbiamo ancora messo a fuoco la causa e non solo la descrizione del fenomeno. Noi abbiamo la discesa della natalit\u00e0 associata alla salita dello sviluppo, ovvero quanto pi\u00f9 un Paese si sviluppa pi\u00f9 la natalit\u00e0 scende. Una associazione che nessuno ha fino in fondo esplorato. Noi abbiamo messo in campo una serie di politiche su tre fronti, ma siamo convinti che le cose siano cambiate e le vecchie ricette non possono pi\u00f9 funzionare. Per questo \u2013 afferma la ministra Roccella \u2013 dobbiamo capire le cause del fenomeno. Il governo ha cercato di intervenire da una parte con l\u2019attenzione ai servizi, con asili e rimborsi; dall\u2019altra parte con iniziative sulla possibilit\u00e0 di mantenere la progressione di carriera con la decontribuzione delle madri lavoratrici, la certificazione di genere, il welfare aziendale. Noi abbiamo insistito moltissimo su un punto fondamentale: la maternit\u00e0 come valore sociale, una donna che mette al mondo un figlio deve essere considerato non solo un fatto privato ma qualcosa che si fa per tutta la collettivit\u00e0\u201d.
Con il nuovo \u201cOsservatorio permanente su Denatalit\u00e0, sostenibilit\u00e0 intergenerazionale e longevit\u00e0\u201d, la Fondazione intende aprire nuovi percorsi di ricerca e dibattito approfondendo per lo pi\u00f9 quattro ambiti: invecchiamento attivo e silver age economy, la longevit\u00e0 considerata come leva trasformativa per ripensare la cittadinanza, il lavoro, l\u2019economia, le politiche abitative e la partecipazione sociale; nuovi modelli di welfare che superino il \u201cmodello mediterraneo\u201d basato principalmente sulla famiglia, ridistribuendo le responsabilit\u00e0 di cura e protezione sociale anche al di fuori del nucleo familiare, per alleggerire il carico sulle donne, ma anche sperimentazioni di welfare comunitario, housing collaborativo e di gestione e intervento per mezzo di sistemi per la salute digitale e di IA; una nuova narrazione per la genitorialit\u00e0: campagne di comunicazione e sensibilizzazione che sfatino gli stereotipi, introducendo una visione pi\u00f9 inclusiva e plurale per cambiare la percezione culturale della genitorialit\u00e0 da onere a opportunit\u00e0; interventi che valorizzino il ruolo dei nonni e delle reti di prossimit\u00e0 nel supporto alla genitorialit\u00e0 e all\u2019invecchiamento attivo, anche individuando politiche e interventi inediti ad hoc che facilitino l\u2019alleanza intergenerazionale.<\/p>\n
\u2013 foto ufficio stampa Fondazione Magna Grecia \u2013
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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