{"id":49895,"date":"2025-04-29T21:03:20","date_gmt":"2025-04-29T19:03:20","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/04\/29\/florovivaismo-confagricoltura-settore-in-crescita-ma-serve-attenzione\/"},"modified":"2025-04-29T21:03:20","modified_gmt":"2025-04-29T19:03:20","slug":"florovivaismo-confagricoltura-settore-in-crescita-ma-serve-attenzione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/04\/29\/florovivaismo-confagricoltura-settore-in-crescita-ma-serve-attenzione\/","title":{"rendered":"Florovivaismo, Confagricoltura \u201cSettore in crescita ma serve attenzione\u201d"},"content":{"rendered":"
GENOVA (ITALPRESS) \u2013 Oltre 3 miliardi di valore prodotto dal florovivaismo in Italia, circa il 4,7% della produzione agricola totale, numeri che mettono l\u2019Italia al terzo posto nell\u2019Unione Europea dopo Paesi Bassi e Spagna. Una vetrina straordinaria per il comparto in questi giorni a Euroflora, esposizione di piante e fiori in corso a Genova fino al 4 maggio, dove Confagricoltura fa il punto della situazione tra punti di forza e preoccupazioni per la situazione economica internazionale.
\u201cL\u2019Italia negli ultimi anni con l\u2019agricoltura dell\u2019agroalimentare ha contribuito in maniera significativa a migliorare la nostra bilancia commerciale \u2013 spiega Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura -. Dieci anni fa eravamo a 27 miliardi di euro, oggi siamo arrivati a 70, quindi una crescita esponenziale. Siamo un paese forte sui mercati e in questa forza ovviamente anche il settore florovivaistico \u00e8 una parte importante. Oggi quasi il 40% di quello che produciamo viene esportato. In alcune aziende del settore florovivaistico addirittura abbiamo aziende che fanno il 90% di export in tutto il mondo. Ci stiamo caratterizzando sull\u2019alta qualit\u00e0, sui prodotti premium. E ancor di pi\u00f9 qui oggi in Euroflora si vede dove siamo arrivati. Grazie al lavoro dei nostri straordinari imprenditori, alla ricerca, all\u2019innovazione delle nostre aziende, siamo leader a livello globale e questa leadership per\u00f2 va mantenuta, va coltivata\u201d.
\u201cEuroflora io la definisco la fashion week del florovivaismo, la settimana della moda del florovivaismo. In Italia ci sono 20mila aziende, un settore estremamente produttivo, un settore che \u00e8 orgogliosamente nato in Italia \u2013 aggiunge Luca De Michelis, presidente della Federazione nazionale del florovivaismo -. Oggi stiamo lavorando col ministero perch\u00e8 il florovivaismo \u00e8 l\u2019unico settore che non ha rappresentanza, a differenza di altri Paesi. Abbiamo bisogno di questa attenzione particolare\u201d.
Secondo i dati di stima preliminare dei conti economici dell\u2019agricoltura nel 2024 dell\u2019Istat il settore fiori e piante a livello Ue ha raggiunto 24,5 miliardi di euro (+1% rispetto al 2023). La crescita del valore \u00e8 sostanzialmente dipesa dall\u2019aumento di prezzo (+5,5%) mentre la quantit\u00e0 prodotta ha mostrato una contrazione del 4,2% rispetto all\u2019anno precedente. Per quanto riguarda l\u2019Italia invece, la crescita ha riguardato sia l\u2019aumento dei volumi (+1%) che quello dei prezzi (+2,5) ed ha portato ad un valore complessivo di 3,25 miliardi di euro (+3,5%).
I territori dove si concentra maggiormente la produzione florovivaistica nazionale sono: la Liguria che detiene il primato delle aziende di coltivazione di fiori e fronde recise in piena aria e piante in vaso, la Sicilia e la Campania specializzate nella coltivazione di fiori e piante in vaso, e poi Toscana e Lombardia dove sono presenti le principali attivit\u00e0 vivaistiche ornamentali arbustive e forestali. Pi\u00f9 precisamente, secondo l\u2019elaborazione Ismea dei dati Istat, la Toscana rappresenta un terzo della produzione florovivaistica nazionale in valore; seguono Liguria (14,2%), Sicilia (9,6%), Lombardia (8,8%), e Lazio (6,1%) che, insieme alla Toscana, racchiudono il 70% della produzione italiana. Ancor pi\u00f9 nel dettaglio, la Toscana rappresenta pi\u00f9 della met\u00e0 della produzione vivaistica nazionale (54,9% in valore) mentre la Liguria un terzo di quella di fiori e piante in vaso (29,9%) a cui seguono Sicilia (14,3%), Campania (11%) e Lazio (9,5%).
L\u2019export florovivaistico nazionale nel 2024 \u00e8 di 1,2 miliardi di euro, in crescita, ma rispetto a questo valore vendite verso gli Usa rappresentano solo l\u20191,3%, peraltro in calo del 3,3% rispetto allo scorso anno e del 21% rispetto al 2022. Tutto questo per\u00f2 non basta per dormire sonni tranquilli.
\u201cIl florovivaismo \u00e8 proprio il classico esempio di quando non conviene utilizzare lo strumento dei dazi e delle barriere tariffarie per fare la guerra agli altri \u2013 riprende Giansanti -. Le esportazioni del settore florovivaistico negli Stati Uniti sono ad una percentuale bassissima, prossima allo zero, proprio perch\u00e8 gli Stati Uniti hanno imposto barriere fitosanitarie all\u2019ingresso dei nostri prodotti. Quando ascolto l\u2019amministrazione americana che dice a noi europei che dobbiamo abbassare le nostre barriere, nel caso del florovivaismo ci aspettiamo altrettanto, perch\u00e8 per noi sarebbe un mercato importante\u201d.
Cosa pu\u00f2 fare il Governo italiano? \u201cPer ora deve mantenere il profilo europeo, quindi in una trattativa a Bruxelles, se e quando ci sar\u00e0, quando si discuter\u00e0 di barriere non tariffarie, dovremo farci sentire. Sul fitosanitario americano dobbiamo rivedere alcune norme, altrimenti alcune nostre straordinarie produzioni del florovivaismo non arriveranno mai\u201d.
Non solo economia, per\u00f2. A Euroflora si discute anche di innovazione nel mondo delle piante e delle ricadute sociali sulle nostre citt\u00e0. \u201cSe pensiamo al tema pi\u00f9 ampio del verde pubblico \u2013 aggiunge Giansanti \u2013 si arriva alla dimensione del benessere. In questa dimensione noi abbiamo investito molto, stiamo continuando a investire sul Libro bianco del verde. Nei prossimi giorni presenteremo la nuova edizione\u201d.
\u201cSecondo gli studi \u2013 spiega il produttore Enrico Noberini, attivo soprattutto nella gestione del verde pubblico \u2013 fra circa 50 anni in Liguria avremo lo stesso clima che attualmente c\u2019\u00e8 a Marrakech, quindi si andr\u00e0 sempre pi\u00f9 verso piante del basso Mediterraneo, tipiche del Nord Africa, che si adatteranno meglio al clima futuro e contemporaneamente avranno anche bisogno di molta meno acqua. Questa sar\u00e0 destinata pi\u00f9 che altro all\u2019agricoltura e a soddisfare i bisogni principali di noi esseri umani\u201d.
\u201cConfagricoltura si fregia di essere all\u2019avanguardia per innovazione. I pi\u00f9 grandi ibridatori sono soci di Confagricoltura \u2013 conclude De Michelis -. L\u2019innovazione serve non solo per un colore pi\u00f9 bello del fiore, ma per avere piante pi\u00f9 resistenti, pi\u00f9 compatibili col nuovo cambiamento climatico, pi\u00f9 sostenibili e quindi per avere un\u2019agricoltura pi\u00f9 innovativa e pi\u00f9 facile\u201d.
-foto xa8\/Italpress-
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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