{"id":49093,"date":"2025-04-15T21:03:30","date_gmt":"2025-04-15T19:03:30","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/04\/15\/confcommercio-stime-del-pil-al-ribasso-e-consumi-deboli\/"},"modified":"2025-04-15T21:03:30","modified_gmt":"2025-04-15T19:03:30","slug":"confcommercio-stime-del-pil-al-ribasso-e-consumi-deboli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2025\/04\/15\/confcommercio-stime-del-pil-al-ribasso-e-consumi-deboli\/","title":{"rendered":"Confcommercio, stime del Pil al ribasso e consumi deboli"},"content":{"rendered":"
ROMA (ITALPRESS) \u2013 Questione dazi, consumi, geopolitica dell\u2019energia, prospettive economiche 2025, il ruolo dell\u2019innovazione e dell\u2019Intelligenza Artificiale, dinamismo imprenditoriale tra flessibilit\u00e0 e competitivit\u00e0, il futuro dell\u2019Europa nella nuova legislatura Ue. Sono questi i principali temi al centro della ventiquattresima edizione del Forum internazionale di Confcommercio \u201cI protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000\u201d, organizzato in collaborazione con Ambrosetti, in corso a Roma a Villa Miani e che vede la presenza, tra gli altri, di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea; di Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell\u2019Ambiente e della Sicurezza Energetica; di Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy; di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.
\u201cLa parziale marcia indietro dell\u2019amministrazione americana \u00e8 una buona notizia: implica che abbiamo una controparte che ascolta imprese e mercati. Ma le ampie oscillazioni negli indirizzi di politica economica non sono prive di conseguenze. Nella prima parte dell\u2019anno l\u2019economia europea ne ha risentito. L\u2019incertezza \u00e8 rapidamente cresciuta. E rimangono barriere tariffarie pi\u00f9 elevate che in passato. La loro rimozione richiede paziente, determinato e faticoso lavoro di negoziazione multilaterale per ricucire e ripristinare. Adesso bisogna tornare a stabilit\u00e0 e fiducia per imprese e consumatori. Non sar\u00e0 facile, ma \u00e8 condizione indispensabile per la prosperit\u00e0\u201d, afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso della conferenza stampa di apertura del Forum.
\u201cE la fiducia, voglio ricordarlo, \u00e8 l\u2019ingrediente fondamentale per far ripartire i consumi e innalzare la propensione all\u2019investimento. Lo ribadisco \u2013 aggiunge -: servono, con urgenza, negoziazione, dialogo, compensazioni, per scongiurare il rischio di compromettere le prospettive di crescita in un contesto economico gi\u00e0 fragile\u201d, aggiunge. L\u2019Ufficio Studi di Confcommercio vede al ribasso le previsioni di crescita del PIL per il 2025 e 2026: +0,8% e +0,9% rispettivamente (da +0,9% e +1%). Pesano l\u2019incertezza legata ai dazi, l\u2019instabilit\u00e0 dei mercati finanziari e il timore di una perdita di ricchezza. Restiamo, comunque, pi\u00f9 ottimisti del governo, sebbene in misura marginale. Ma nonostante l\u2019incertezza, \u201cc\u2019\u00e8 una nota di ottimismo che voglio valorizzare \u2013 osserva Sangalli -. Inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi e redditi reali in aumento, grazie anche ai rinnovi contrattuali, rappresentano solidi presupposti per consentire all\u2019Italia di reggere l\u2019urto e attraversare con successo un periodo complesso e pieno di incognite. E con l\u2019auspicato nuovo taglio dei tassi d\u2019interesse da parte della BCE, si rafforzerebbero queste luci in uno scenario denso di ombre. Sulla scorta di queste indicazioni, stimiamo per il 2025 una crescita del PIL allo 0,8% e dei consumi sul territorio dell\u20191,2% e analoghe variazioni per l\u2019anno prossimo\u201d.
E proprio sui consumi si concentra l\u2019analisi del direttore dell\u2019Ufficio Studi, Mariano Bella, che nonostante un +1,2% restano il grande assente della ripresa economica: \u201cIl potere di acquisto cresce pi\u00f9 della spesa reale delle famiglie italiane; di conseguenza cresce molto anche la propensione al risparmio. Le cause della stagnazione dei consumi sono dovute al ricordo doloroso di decenni di bassa crescita, gli italiani hanno risorse, ma scelgono di non spenderle \u2013 spiega Bella -. La debolezza della domanda interna \u00e8 una malattia cronica della nostra economia. E i consumi, anche alla fine del prossimo anno, non saranno tornati nemmeno ai livelli del 2007, cio\u00e8 di venti anni fa. Quanto ai cambiamenti dei modelli di consumo, si conferma il fenomeno della \u201cterziarizzazione\u201d dell\u2019economia: cala, rispetto al 2007, la spesa per alimentari (-408 euro pro capite), abbigliamento (-92 euro) e trasporti (-765 euro), complice anche l\u2019invecchiamento della popolazione, una maggiore diffusione dei pasti fuori casa e il cambiamento nei modelli di mobilit\u00e0; crescono invece i settori legati al tempo libero, alla cultura e alle comunicazioni (+316 euro) e alla sanit\u00e0 (+112 euro). Quindi, bisogna rimettere al centro dell\u2019agenda di Governo la riduzione delle imposte per il ceto produttivo. Ma il turismo si conferma una leva fondamentale: dal 1990 ad oggi le presenze turistiche straniere nel nostro Paese sono triplicate e grazie alla spesa dei visitatori stranieri i consumi sul territorio sono in crescita. Negli ultimi trentacinque anni, infatti, le presenze di turisti stranieri in Italia sono cresciute del 200% e tutta la nuova occupazione in questo periodo \u00e8 stata creata dal terziario di mercato\u201d.
Secondo Sangalli, inoltre, servono interventi altrettanto decisi su altri fronti strategici per la competitivit\u00e0 del sistema, \u201ca cominciare dal nodo energia. Quella dei consumi, infatti, non \u00e8 l\u2019unica preoccupazione. Perch\u00e8 oggi i prezzi dell\u2019energia sono ancora molto elevati, con un pesante impatto sulle bollette di famiglie e imprese, in particolare quelle del terziario di mercato: per queste imprese, a marzo 2025, le tariffe dell\u2019energia elettrica hanno registrato un incremento del 53,5% rispetto alle tariffe pre-crisi del 2019, quelle del gas addirittura dell\u201988,2%. Su questo tema, le misure adottate dal Governo non sono ancora sufficienti. Servono interventi strutturali, a cominciare da un nuovo impulso all\u2019efficienza energetica, all\u2019incremento della produzione rinnovabile e, certamente, anche al nucleare sostenibile per il quale recentemente il Governo ha varato la legge delega. Ma anche dalla revisione complessiva di tutte le componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle bollette energetiche. Occorrono interventi tempestivi e coordinati anche a livello europeo per rafforzare la sicurezza energetica e la stabilit\u00e0 dei mercati\u201d, conclude il presidente di Confcommercio.<\/p>\n
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