{"id":40551,"date":"2024-12-07T12:01:28","date_gmt":"2024-12-07T11:01:28","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/12\/07\/lavoro-per-la-cgia-con-il-governo-meloni-847mila-occupati\/"},"modified":"2024-12-07T12:01:28","modified_gmt":"2024-12-07T11:01:28","slug":"lavoro-per-la-cgia-con-il-governo-meloni-847mila-occupati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/12\/07\/lavoro-per-la-cgia-con-il-governo-meloni-847mila-occupati\/","title":{"rendered":"Lavoro, per la Cgia con il governo Meloni +847mila occupati"},"content":{"rendered":"
MESTRE (ITALPRESS) \u2013 Nei primi due anni di governo Meloni, secondo l\u2019Ufficio studi della Cgia, l\u2019occupazione in Italia \u00e8 cresciuta complessivamente di 847mila unit\u00e0 (+3,6%). Di questi nuovi posti di lavoro, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi. Focalizzando l\u2019attenzione sui lavoratori dipendenti, lo stock di coloro che in quest\u2019ultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato \u00e8 aumentato di 937mila unit\u00e0, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila. Pertanto, l\u2019incidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario \u00e8 scesa al 14,4% (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).
Di questi 847mila nuovi posti di lavoro creati in questi ultimi due anni, quasi la met\u00e0, 420mila sono donne (pari al 49,6%) e gli altri 427mila sono maschi (50,4%). Dei 496mila disoccupati in meno registrati sempre in questo periodo, invece, 274mila sono donne (pari al 55,1% del totale) e 223mila sono uomini (44,9%).
In termini assoluti, a ottobre 2024 le donne occupate hanno raggiunto la soglia dei 10.253.000 unit\u00e0, mentre le disoccupate sono diminuite a 693mila. Oltre alle variazioni assolute, anche l\u2019andamento dei tassi, ovviamente, \u00e8 stato positivo. Nella fascia di et\u00e0 15-64 anni, quello di occupazione \u00e8 salito al 62,5% (+1,9), mentre il tasso di disoccupazione \u00e8 diminuito al 5,8% (-2 punti). In forte contrazione anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che si \u00e8 attestato al 17,7% (-5 punti). Ancorch\u00e8 l\u2019Italia denoti il tasso di occupazione femminile pi\u00f9 basso d\u2019Europa, in questi ultimi due anni lo stesso si \u00e8 attestato al 53,6% (+2) e il tasso di disoccupazione \u00e8 sceso al 6,3% (-2,7). Analizzando l\u2019andamento occupazionale degli italiani per fasce di et\u00e0, scorgiamo che la coorte che in termini assoluti ha dato in questi ultimi due anni il contributo maggiormente positivo \u00e8 stata quella degli over 50. Degli 847mila nuovi occupati registrati nel Paese, ben 710mila (pari all\u201983,8% del totale) appartengono alla fascia pi\u00f9 anziana della popolazione lavorativa. Seguono quella tra i 25 e i 34 anni di et\u00e0 che sono cresciuti di 184mila unit\u00e0 e quella dei giovani tra i 15-24 anni che sono aumentati di 18mila unit\u00e0. Solo la coorte anagrafica tra i 35-49 anni ha subito una contrazione negativa pari a 66mila lavoratori. Tra il 2022 e il 2024 \u00e8 la Sicilia che dovrebbe registrare il numero pi\u00f9 elevato di nuovi posti di lavoro pari a 133.600 (+10%). Seguono la Lombardia con +125.700 (+2,8%), la Campania con +89.900 (+5,5%), il Lazio con +76.500 (+3,3%) e il Piemonte con 71.600 (+4%). Secondo la Cgia \u201cin questi primi due anni di governo, i risultati ottenuti in materia di lavoro sono stati certamente positivi, anche se il merito \u00e8 riconducibile pi\u00f9 agli imprenditori che alla politica. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che con una crescita che in questi ultimi due anni \u00e8 stata molto contenuta, all\u2019aumento dell\u2019occupazione non \u00e8 corrisposto un incremento altrettanto importante della produttivit\u00e0, almeno nel settore dei servizi e del terziario. Pertanto, gli stipendi degli italiani, che mediamente sono al di sotto della media europea, non crescono adeguatamente e questo rimane un problema che va aggredito rinnovando i contratti nazionali alla scadenza e continuando a tagliare strutturalmente il carico fiscale che grava sugli stessi\u201d.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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