{"id":37725,"date":"2024-10-25T12:04:19","date_gmt":"2024-10-25T10:04:19","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/25\/lavoro-formazione-continua-al-centro-della-doppia-transizione\/"},"modified":"2024-10-25T12:04:19","modified_gmt":"2024-10-25T10:04:19","slug":"lavoro-formazione-continua-al-centro-della-doppia-transizione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/25\/lavoro-formazione-continua-al-centro-della-doppia-transizione\/","title":{"rendered":"Lavoro, formazione continua al centro della doppia transizione"},"content":{"rendered":"
MILANO (ITALPRESS) \u2013 La formazione continua dei lavoratori e la sua importanza per affrontare la doppia transizione ecologica e digitale. Questo l\u2019argomento al centro dell\u2019intervista di Claudio Brachino ad Aurelio Regina, presidente di Fondimpresa, Natale Forlani, presidente di Inapp (Istituto Nazionale per l\u2019Analisi delle Politiche Pubbliche), e Marco Piccolo, ceo della Reynaldi, per il magazine televisivo Italpress Economy.
La formazione continua dei lavoratori \u201cfondamentale\u201d ed \u201c\u00e8 importante per accompagnare questo processo di trasformazione. Credo che sia importante che anche la parte pubblica accompagni lo sforzo delle imprese: ci sono ritardi o azioni mai realizzate, ancora oggi la formazione finanziata viene considerata dall\u2019Unione Europea un aiuto di Stato\u201d, ha detto Aurelio Regina.
Per Natale Forlani \u201cl\u2019errore di fondo \u00e8 ritenere che basta spingere sugli investimenti per determinare degli effetti sull\u2019occupazione: la crescita ovviamente \u00e8 importante, ma la capacit\u00e0 di valorizzare il capitale \u00e8 data dalla qualit\u00e0 delle persone, quindi l\u2019investimento sulle persone \u00e8 una condizione dello sviluppo. Bisogna cambiare il paradigma: avremo una perdita di 4 milioni di persone in et\u00e0 di lavoro da qui al 2040, rigenerare in maniera quantitativa e qualitativa la popolazione attiva \u00e8 una condizione di sostenibilit\u00e0 di tutto l\u2019impianto, non solo economico ma anche sociale. Investire sulle risorse umane e anche imprenditoriali \u00e8 la priorit\u00e0\u201d.
Secondo Marco Piccolo \u201cil sistema Paese sconta dei ritardi storici sulle riforme non realizzate: siamo inchiodati, ci mettiamo anni per discutere, ma il mondo economico va avanti. Manca un coordinamento fra istituzioni, formazione e lavoro\u201d.
Per Regina, le aziende italiane \u201cstanno rispondendo bene\u201d alla sfida delle transizioni, su quella \u201cecologica le nostre imprese sono pi\u00f9 avanti rispetto a quella digitale\u201d, ma \u201cc\u2019\u00e8 una maggiore consapevolezza\u201d del fatto \u201cche due questi due momenti di cambiamento trasformativi per la nostra industria \u2013 ma anche per la societ\u00e0 e per l\u2019economia \u2013 debbano essere legati sempre di pi\u00f9 alle strategie industriali e quindi debbano entrare profondamente nei sistemi produttivi\u201d. Secondo Forlani \u201cc\u2019\u00e8 una parte del tessuto produttivo che risponde bene, quello pi\u00f9 esposto alla competizione e che \u00e8 pi\u00f9 stimolato a introdurre innovazioni, soprattutto digitali. La sperimentazione realizzata da Inapp insieme a Fondimpresa, con 100 aziende che hanno sperimentato la combinazione dell\u2019utilizzo del capitale con la formazione dei lavoratori, ha dato risultati strepitosi in termini di soddisfazione delle imprese, di produttivit\u00e0 e di competitivit\u00e0, ma anche di autostima dei lavoratori e crescita delle competenze. Sono esempi che possono tracciare una strada\u201d.
Per Piccolo, che \u00e8 anche delegato alla Sostenibilit\u00e0 ed Etica delle imprese per Confindustria Piemonte, \u201cin questo momento di transizione, le piccole e medie imprese hanno necessit\u00e0 di formazione. Ci sono stati tantissimi investimenti sulla digitalizzazione delle imprese, ma il problema vero \u00e8 il cambiamento del paradigma mentale\u201d. Anche quello della sostenibilit\u00e0 \u00e8 \u201cun nuovo mondo che nasce velocemente e non ci sono ancora laureati, bisogna trovare o formare figure specifiche in azienda. Questo cambiamento deve essere velocissimo\u201d.
Anni fa, ricorda Regina, \u201cil problema principale del mercato del lavoro era la disoccupazione. Oggi \u00e8 esattamente il contrario: abbiamo pi\u00f9 posti di lavoro che lavoratori, a causa della crisi demografica, che purtroppo in Italia sta diventando un serio problema\u201d, e \u201cper la grande velocit\u00e0 di questi cambiamenti. Il sistema di formazione non \u00e8 adeguato a questo tipo di velocit\u00e0\u201d. \u201cLa formazione oggi \u2013 prosegue \u2013 diventa fondamentale per colmare questo mismatch e far transitare i vecchi lavoratori in nuovi lavori e per garantire anche ai lavoratori extra UE di entrare nel nostro sistema e poter sopperire alle nostre carenze di personale\u201d. Per Forlani \u201cle aziende italiane spendono poco in formazione, anche per la struttura produttiva che \u00e8 fatta in larga parte di piccole e piccolissime imprese\u201d e \u201cle buone esperienze fanno fatica a diffondersi. Abbiamo una domanda di competenze largamente superiore alla capacit\u00e0 di risposta: la risorsa umana \u00e8 un bene preziosissimo per la capacit\u00e0 di sviluppo di un Paese\u201d. Anche Piccolo sottolinea che \u201cil mondo sta cambiando velocemente\u201d e \u201cle persone devono studiare e continuare a formarsi. Oggi i giovani non cercano solo imprese che diano uno stipendio, ma anche che diano un valore aggiunto di formazione. Gli imprenditori devono iniziare a capire che il sistema di formazione dei collaboratori \u00e8 strategico per le imprese e per tenere le persone con s\u00e8\u201d.<\/p>\n
\u2013 Foto Agenzia Fotogramma \u2013<\/p>\n
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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