{"id":37299,"date":"2024-10-19T18:04:28","date_gmt":"2024-10-19T16:04:28","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/19\/generali-e-fondazione-cattolica-al-fianco-del-terzo-settore\/"},"modified":"2024-10-19T18:04:28","modified_gmt":"2024-10-19T16:04:28","slug":"generali-e-fondazione-cattolica-al-fianco-del-terzo-settore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/19\/generali-e-fondazione-cattolica-al-fianco-del-terzo-settore\/","title":{"rendered":"Generali e Fondazione Cattolica al fianco del Terzo Settore"},"content":{"rendered":"
VERONA (ITALPRESS) \u2013 Il volontariato sempre pi\u00f9 \u201cliquido\u201d, la centralit\u00e0 del capitale umano, la sostenibilit\u00e0 economica e la rinnovata partnership con la pubblica amministrazione e con il mondo del profit: sono queste le principali sfide che si trova ad affrontare il Terzo Settore. E\u2019 quanto emerge dalla seconda edizione del Rapporto Terzo Settore 2024 realizzato da Generali Italia sotto il coordinamento di Country Sustainability and Social Responsibility e della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore.
Per rispondere a queste priorit\u00e0 del Paese, Fondazione Cattolica lancia due nuovi bandi del valore complessivo di 500mila euro ciascuno: il primo, \u201cUna Mano a chi sostiene\u201d, \u00e8 un\u2019iniziativa dedicata ai progetti degli Enti del Terzo Settore ed Enti Non Profit che promuovono inclusione e coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, \u201cPeople raising 2024\u201d, punta a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate degli enti.
Il Rapporto Terzo Settore 2024, intitolato \u201cProtagonista della crescita e della coesione sociale del Paese: evoluzione e sfide\u201d \u00e8 stato presentato questa mattina a Verona, nell\u2019ambito della Rassegna Poeti Sociali, ideata dalla Diocesi di Verona attraverso la sua Fondazione Toniolo.
Dal rapporto emerge l\u2019importanza del Terzo Settore per l\u2019economia e la coesione sociale del Paese: nella sua accezione pi\u00f9 ampia, infatti, si stima che il Non Profit abbia un valore economico annuo di \u008084 miliardi, pari al 4,4% del PIL. La Riforma sta favorendo il riconoscimento degli enti, la trasparenza della loro gestione, e rafforzando le capacit\u00e0 di collaborazione con la pubblica amministrazione e con le stesse imprese private impegnate nell\u2019iniziativa sociale. Gli enti attualmente iscritti al Registro Unico sono 129 mila, diffusi in tutto il territorio nazionale; essi danno lavoro a 530 mila dipendenti e coinvolgono 2,8 milioni di volontari. Il Terzo Settore \u201cpotenziale\u201d, comprendente gli enti non ancora iscritti ma abilitati a iscriversi, \u00e8 ben pi\u00f9 numeroso: \u00e8 costituito da oltre 300 mila organizzazioni, con 830 mila lavoratori dipendenti e 4,2 milioni di volontari.
Secondo lo studio, la maggior parte degli enti \u00e8 di piccola o piccolissima dimensione economica (la media unitaria delle entrate \u00e8 di 142 mila euro l\u2019anno). La mancanza o l\u2019incostanza dei finanziamenti pu\u00f2 minare la sopravvivenza degli enti, e rappresenta la pi\u00f9 grande sfida con cui le organizzazioni si confrontano. Il 59,8% degli enti non supera i 30 mila euro di entrate annue e il 28,9% ha entrate comprese tra i 30mila euro e i 200 mila euro. Secondo i dati Istat, il numero di impiegati nel settore \u00e8 in crescita, ma solo il 14,6% degli enti impiega lavoratori dipendenti. Diminuisce invece il volontariato organizzato: il numero di volontari \u00e8 calato del 16,5% tra il 2015 e il 2021, con una diminuzione di 900mila persone in termini assoluti, a fronte di una crescita potenziale di forme pi\u00f9 \u201cliquide\u201d di volontariato.
Il rapporto mira a far luce sui fattori che contribuiscono a determinare la solidit\u00e0 del mondo del Non Profit e sul contributo alla crescita e alla coesione sociale del Paese. L\u2019analisi \u2013 basata su un database interno di 270mila organizzazioni non profit incrociato con i dati del Registro Unico e su un\u2019indagine campionaria condotta con interviste su 821 enti del Terzo Settore \u2013 ha inteso mappare un mondo interessato da profonde trasformazioni e comprenderne le sfide che dovr\u00e0 affrontare, misurandone l\u2019impatto sul Sistema Paese.
Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Social Responsibility di Generali Italia e Piero Fusco, Responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia hanno dichiarato: \u201cIn un contesto caratterizzato da rapidi mutamenti tecnologici e sociali che rischiano di frammentare la societ\u00e0, il Terzo Settore genera coesione. Questa seconda edizione del Rapporto evidenzia l\u2019apporto determinante della riforma del Terzo Settore nel favorire la professionalizzazione di questo universo che, nel suo complesso, vale circa il 4,4% del Pil nazionale e contribuisce in maniera decisiva alla crescita e all\u2019innovazione sociale del Paese. L\u2019indagine mette in luce la necessit\u00e0 di una nuova partnership tra il Terzo Settore, il pubblico e le imprese private, per rinnovare questo mondo. Attraverso la conoscenza, il dialogo e la frequentazione di queste realt\u00e0, Generali accompagna questo processo e offre soluzioni e servizi dedicati e distintivi, che rispondono ai reali bisogni specifici degli enti, garantendo protezione e continuit\u00e0 per le loro attivit\u00e0, fondamentali per il benessere sociale\u201d.
Paolo Bedoni, Presidente di Fondazione Cattolica ha commentato: \u201cCon questi due bandi Fondazione Cattolica si propone l\u2019obiettivo di promuovere una cultura della filantropia tesa a dare risposte di carattere strutturale alle problematiche di crescita e consolidamento del Terzo Settore che cos\u00ec chiaramente vengono messe in luce dal Rapporto di Generali Italia. I due bandi, complementari per concezione e finalizzazione, sono aperti all\u2019innovazione e alla sperimentazione. Essi intendono sollecitare, sostenere e premiare progetti che rafforzino le competenze e le capacit\u00e0 organizzative e manageriali degli enti che operano nel Terzo Settore e pi\u00f9 in generale nell\u2019area del non profit e che sviluppino sul territorio dialogo e collaborazione anche con le istituzioni pubbliche\u201d. La riforma del Terzo Settore, che ha confermato, tra l\u2019altro, coperture assicurative verso i volontari e una gestione pi\u00f9 professionale e trasparente, ha posto le basi per una pi\u00f9 diffusa e consapevole gestione del rischio. Secondo quanto rilevato dall\u2019indagine, l\u201983,6% degli enti ha stipulato un\u2019assicurazione per i volontari. Esiste ancora una quota non marginale di enti, il 16,4%, che non ha ancora provveduto ad assicurare i propri volontari.
Secondo lo studio, l\u2019apporto del Terzo Settore all\u2019occupazione e alla coesione sociale del Paese \u00e8 significativo: il Non Profit tout court conta 360mila organizzazioni con circa 900mila lavoratori dipendenti (circa il 5% del totale nazionale), con un incremento di oltre 200mila dipendenti in dieci anni, a cui vanno ad aggiungersi 4,6 milioni di volontari, circa il 9% degli italiani con pi\u00f9 di 14 anni.
La quota di donne sul totale dei dipendenti \u00e8 del 57,2%, ben 18 punti in pi\u00f9 rispetto alla media generale delle imprese. La quota di lavoratori dipendenti under 35 nel Terzo Settore si attesta al 20,2%, mentre la quota pi\u00f9 numerosa \u00e8 rappresentata dai 36-45enni (32,4%). La presenza dei giovani volontari \u00e8 limitata: la quota di under 35 sul totale dei volontari \u00e8 mediamente del 22,8%, con forti differenze interne. Il rapporto evidenzia che la difficolt\u00e0 nella relazione con i giovani \u00e8 principalmente culturale: il Terzo Settore appare rimasto legato a motivazioni, modelli organizzativi e linguaggi che non sembrano incontrare le motivazioni, i modelli relazionali e i linguaggi delle giovani generazioni, pur esprimendo valori sociali, ambientali e comportamentali a loro molto vicini. Secondo il Rapporto, il Terzo Settore oggi \u00e8 in grado di contribuire al rinnovamento generale dei sistemi di welfare del nostro Paese, grazie alla maturit\u00e0 che ha raggiunto e alla sua diffusione nel territorio. Con i loro servizi sociali, gli enti infatti sono vicini alle famiglie e in grado di offrire soluzioni puntuali ai bisogni emergenti. Secondo la ricerca, il 62% degli enti del Terzo Settore fornisce servizi alle persone (circa 180-190 mila organizzazioni). Complessivamente il 45% degli enti offre servizi alla generalit\u00e0 delle persone, mentre il 16,9% si occupa di specifiche categorie di fragilit\u00e0 sociale quali disabilit\u00e0, isolamento, discriminazione, difficolt\u00e0 economico-lavorativa.
L\u2019analisi fornita da Welfare Index PMI, l\u2019indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle Piccole Medie Imprese italiane realizzato da Generali Italia, rileva che gli enti che hanno raggiunto nel 2024 un livello alto e molto alto di welfare aziendale sono il 59,3%, quasi il doppio della media generale delle PMI (33,3%). L\u2019attivit\u00e0 pi\u00f9 diffusa tra gli enti che attuano almeno un\u2019iniziativa di welfare, \u00e8 il sostegno alla crescita professionale dei lavoratori: il tasso di iniziativa in questo ambito \u00e8 del 38%. Molto rilevanti sono anche le iniziative nelle aree della flessibilit\u00e0 organizzativa: orario, permessi, smart working (34,2%), e dei servizi per la salute e l\u2019assistenza sanitaria (32,8%). Secondo il rapporto, il Terzo Settore \u00e8 chiamato a confrontarsi con la frantumazione del tempo libero, l\u2019evoluzione culturale di motivazioni, temi e linguaggi che spingono i pi\u00f9 giovani ad avvicinarsi al mondo del volontariato e progettare modelli di partecipazione pi\u00f9 differenziati, digitalizzati e flessibili. Il volontariato vive oggi una grande diffusione delle modalit\u00e0 di partecipazione occasionale (57,5% dei volontari) o addirittura informale.
Lo studio evidenzia che molti enti si confrontano con temi legati alla necessit\u00e0 di affrontare un ricambio generazionale che dia nuovo slancio al settore e affronti le sfide sociali e del mercato con maggiori capacit\u00e0 professionali. Per attrarre i giovani le principali sfide saranno: conciliare il lavoro con le esigenze della vita personale, allineare i livelli retributivi al mercato, promuovere percorsi di formazione dedicati.
Infine, il rapporto evidenzia che per il 65,4% degli enti il fattore critico \u00e8 l\u2019accesso ai finanziamenti pubblici, seguito per il 60,3% dall\u2019accesso ai finanziamenti privati. Il 30% delle entrate del settore dipende dalla pubblica amministrazione. Le reti associative e le alleanze su progetti sono gli strumenti che permettono al Terzo Settore di mitigare le sfide poste da un\u2019ampia frammentazione, facilitando altres\u00ec la gestione delle principali criticit\u00e0.
-foto ufficio Stampa Generali Italia-
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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