{"id":37017,"date":"2024-10-15T15:04:33","date_gmt":"2024-10-15T13:04:33","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/15\/duro-colpo-alla-mafia-foggiana-con-39-arresti-tre-41-bis\/"},"modified":"2024-10-15T15:04:33","modified_gmt":"2024-10-15T13:04:33","slug":"duro-colpo-alla-mafia-foggiana-con-39-arresti-tre-41-bis","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/10\/15\/duro-colpo-alla-mafia-foggiana-con-39-arresti-tre-41-bis\/","title":{"rendered":"Duro colpo alla mafia foggiana con 39 arresti, tre 41 bis"},"content":{"rendered":"
BARI (ITALPRESS) \u2013 Duro colpo per la criminalit\u00e0 organizzata foggiana. Nella notte l\u2019esito di un\u2019indagine antimafia della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha coinvolto anche la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, i Servizi Centrali e Interprovinciali di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza e i loro ulteriori organismi territoriali, ha infatti dato vita all\u2019operazione \u201cMari e Monti\u201d, che ha portato a tre provvedimenti ministeriali applicativi del regime detentivo speciale 41 bis per alcuni indagati, alla custodia in carcere per 37 indagati in tutto (tra cui una donna) e agli arresti domiciliari per altri due (di cui una donna). Alcuni di tali soggetti erano peraltro gi\u00e0 detenuti.
Nel dettaglio, gli indagati sono stati contestati 48 diversi capi di imputazione: un\u2019associazione mafiosa (a carico di 25 indagati), due associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti (una a carico di 11 indagati, l\u2019altra a carico di 10 indagati), 21 delitti in tema di stupefacenti, 11 delitti estorsivi, cinque delitti in materia di armi, nove delitti vari (rapina, furto aggravato, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione). Il valore complessivo sottoposto a sequestro patrimoniale \u00e8 invece di circa 10 milioni di euro.
Il procedimento avrebbe dovuto comprendere altre sette posizioni soggettive di esponenti della consorteria, tutti deceduti per morte violenta a causa di lesioni da colpi d\u2019arma da fuoco. Il gip ha inoltre ritenuto di rigettare la misura nei confronti di ulteriori sette indagati, dei quali due per mancanza di gravit\u00e0 indiziaria e cinque per mancanza di attualit\u00e0 di esigenze cautelari (sebbene ne riconosca la gravit\u00e0 indiziaria).
Nel corso dell\u2019indagine, sono stati resi 33 interrogatori da 18 differenti collaboratori di giustizia, per totali 3580 pagine. Sono state effettuate 75 intercettazioni di differenti utenze telefoniche, resi oggetto di intercettazione tra presenti 53 ambienti e intercettati 16 apparati telefonici. Sono poi stati sottoposti a videosorveglianza 22 siti, intercettati 16 colloqui carcerari (con 43 colloqui utilizzati), acquisite e versate in atti 160 pronunce giudiziarie, collegati e analizzati 26 procedimenti penali, esaminate 14 interdittive antimafia e sciolti tre comuni (Monte S. Angelo, Mattinata e Manfredonia).
Nel tempo, ci sono infine stati un elevato numero di verbali di arresto e di annotazioni di polizia giudiziaria, i sequestri di 11 fucili, nove pistole, tre ordigni esplosivi, dieci chili di materiale esplosivo, 636 munizioni, 1674 chili di marijuana, 1,3 chili di cocaina; un chilo di eroina e tre chili di hashish. Sono stati analizzati 120 soggetti per le misure patrimoniali.
Tutti questi numeri sottolineano l\u2019importanza dell\u2019operazione, anche alla luce del fatto che \u201clo stato di belligeranza permanente tra le due organizzazioni mafiose \u2018Li Bergolis\u2019 e \u2018Romito-Ricucci-Lombard\u00ec\u201d, si legge in una nota della Procura della Repubblica, \u201ca far data dal 2009 ha originato 21 omicidi e 18 tentati omicidi, talch\u00e8 \u00e8 immanente il rischio di pianificazione e consumazione di ulteriori fatti di sangue. Pertanto, non sorprende che il giudice nel provvedimento cautelare definisca lo scenario associativo investigato come \u2018la pi\u00f9 allarmante criminalit\u00e0 organizzata del territorio puglies\u00e8\u201d.
\u201cDi fronte alla cosiddetta \u2018quarta mafi\u00e0 \u2013 ha affermato in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi \u2013 abbiamo qui davanti plasticamente la migliore risposta che lo Stato potesse dare. Abbiamo la rappresentanza di una squadra che ha agito in questo caso con una unitariet\u00e0 e una forza che si sono sviluppate all\u2019interno di un\u2019operazione che, al di l\u00e0 della quantit\u00e0 e dei numeri, ha una qualit\u00e0 derivante proprio dall\u2019aver agito su tutti i piani: su quello delle misure personali, su quello della misura di prevenzione per il recupero dell\u2019illecito profitto, sul piano dell\u2019aggravamento da un punto di vista della sicurezza all\u2019interno delle carceri e poi soprattutto sul piano di una capacit\u00e0 di lavorare insieme tutti quanti, senza gelosie, ma con una capacit\u00e0 di lavoro comune\u201d.
\u201cQuesta misura \u2013 ha spiegato il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo \u2013 colpisce una delle organizzazioni pi\u00f9 potenti delle mafie foggiane, oltretutto colmando un deficit di intervento repressivo che durava da una quindicina d\u2019anni, perch\u00e8 l\u2019ultima operazione che riguardava il clan Li Bergolis risale alla fine del primo decennio del secolo. E\u2019 stata un\u2019indagine avviata gi\u00e0 da alcuni anni, proseguita e sviluppatasi e via via incrementata di contributi informativi e probatori sempre pi\u00f9 significativi. Tutto questo giustifica la raffigurazione datale oggi dal giudice, con un\u2019ordinanza che ha accolto quasi integralmente le richieste del pubblico ministero e fotografa una realt\u00e0 di straordinaria pericolosit\u00e0\u201d.
\u201cE\u2019 importante sottolineare \u2013 ha aggiunto \u2013 la dimostrata necessit\u00e0 di richiedere la sottoposizione al regime detentivo speciale per tre capi di questa organizzazione, che erano gi\u00e0 nel regime di alta sicurezza. Le indagini hanno per\u00f2 dimostrato ancora una volta che il circuito penitenziario dell\u2019alta sicurezza \u00e8 inidoneo a contenere la pericolosit\u00e0 delle principali figure mafiose. Non si cessa di essere mafiosi una volta arrestati, il carcere \u00e8 un luogo di normale operativit\u00e0 delle organizzazioni criminali. E\u2019 necessario rimuovere la situazione di sostanziale dominio che le associazioni mafiose esercitano anche al loro interno. Questo \u00e8 un tema di carattere generale\u201d.<\/p>\n
\u2013 Foto: xa2\/Italpress \u2013 <\/p>\n
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