{"id":35589,"date":"2024-09-25T12:04:16","date_gmt":"2024-09-25T10:04:16","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/09\/25\/meloni-il-destino-ci-sfida-ma-litalia-e-pronta-a-fare-la-sua-parte\/"},"modified":"2024-09-25T12:04:16","modified_gmt":"2024-09-25T10:04:16","slug":"meloni-il-destino-ci-sfida-ma-litalia-e-pronta-a-fare-la-sua-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/09\/25\/meloni-il-destino-ci-sfida-ma-litalia-e-pronta-a-fare-la-sua-parte\/","title":{"rendered":"Meloni \u201cIl destino ci sfida, ma l\u2019Italia \u00e8 pronta a fare la sua parte\u201d"},"content":{"rendered":"
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) \u2013 \u2018E\u2019 un\u2019epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuov\u00f2. Ha esordito cos\u00ec la premier Giorgia Meloni, nel suo intervento all\u2019Assemblea generale dell\u2019Onu. Un intervento di 13 minuti nel corso del quale ha spaziato su molti temi.
\u2018La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole dalla guerra d\u2019aggressione russa all\u2019Ucraina \u2013 ha sottolineato \u2013 sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi. I sistemi politici democratici affrontano insidie inedite. La frammentazione geo-economica cresce con conseguenze con le quali tutti dobbiamo fare i conti, soprattutto le Nazioni pi\u00f9 fragili. Il cammino per la riduzione delle emissioni ambientali \u00e8 ad un bivio, stretto tra approcci ideologici e scarsa solidariet\u00e0, soprattutto dei principali emettitori di gas a effetto serra.
La scarsit\u00e0 di acqua e di energia incidono sempre pi\u00f9 profondamente sullo sviluppo, sulla sicurezza alimentare e sulla stabilit\u00e0 sociale di intere comunit\u00e0\u2019.
\u2018L\u2019utilizzo strumentale della fede religiosa \u2013 ha aggiunto \u2013 diventa fattore di tensione o, peggio, fattore di persecuzione: sono milioni nel mondo le persone che soffrono a causa della loro professione di fede, e al primo posto come vittime ci sono i cristian\u00ec.
\u2018Assistiamo \u2013 ha proseguito la Presidente del Consiglio \u2013 al dirompente avvento dell\u2019intelligenza artificiale generativa, una rivoluzione che pone interrogativi del tutto inediti. Anche se non sono certa che sia corretto chiamarla intelligenza. Perch\u00e8 intelligente \u00e8 chi fa le domande, non chi d\u00e0 le risposte processando i dati. In ogni caso, si tratta di una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza pi\u00f9 le competenze umane, ma pu\u00f2 sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando e concentrando sempre di pi\u00f9 la ricchezza. Non a caso l\u2019Italia ha voluto che questo tema fosse al centro dell\u2019agenda della sua presidenza del G7, perch\u00e8 vogliamo fare la nostra parte nella definizione di una governance globale dell\u2019intelligenza artificiale, capace di conciliare innovazione, diritti, lavoro, propriet\u00e0 intellettuale, libert\u00e0 di espressione, democrazi\u00e0.
\u2018Questa complessit\u00e0 \u2013 ha evidenziato -, animata da sfide profondamente interconnesse, ci dice prima di tutto una cosa: i problemi del Sud Globale sono anche i problemi del Nord del mondo, e viceversa. Non esistono pi\u00f9 blocchi omogenei, e l\u2019interdipendenza dei nostri destini \u00e8 un fatto. Per questo siamo chiamati a ragionare fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto nel passato. La sfida \u00e8 un cambio deciso di paradigma nei rapporti tra le Nazioni e nel funzionamento degli organismi multilaterali, l\u2019obiettivo \u00e8 costruire un modello di cooperazione completamente nuov\u00f2.
\u2018Personalmente sono convinta \u2013 ha spiegato Giorgia Meloni \u2013 che questo nuovo modello possa e debba fondarsi su alcuni, purtroppo non scontati, principi: il rispetto reciproco, la condivisione, la concretezza. Significa relazionarsi con l\u2019altro da pari a pari, recuperare quella capacit\u00e0 di saper ascoltare per comprendere le ragioni dell\u2019altro che \u00e8 alla base di qualsiasi fiducia reciproca. Proprio perch\u00e8 crediamo in questo approccio, l\u2019Italia ha concepito tutti gli appuntamenti del suo anno di Presidenza G7 in formato aperto, con un outreach molto ampio, che ha coinvolto tutti i Continenti, il G20, l\u2019Unione Africana, le Istituzioni economiche finanziarie e le Banche multilaterali di sviluppo. Abbiamo dimostrato che il G7 non \u00e8 una fortezza chiusa, che vuole difendersi da qualcuno, ma un\u2019offerta di valori aperta al mond\u00f2.
\u2018Penso poi alla svolta che l\u2019Italia ha impresso ai propri rapporti con l\u2019Africa \u2013 ha aggiunto -. Abbiamo reso operativo, a livello bilaterale, il nostro piano di investimenti per l\u2019Africa, il Piano Mattei, con progetti pilota in nove Nazioni del continente, creando partenariati strategici con ognuna di esse. Abbiamo strutturato sinergie operative con il Global Gateway dell\u2019Unione Europea e la Partnership for Global Infrastructure and Investment del G7\u2019.
\u2018Abbiamo costruito strumenti finanziari nuovi con la Banca Africana di Sviluppo e con la Banca Mondiale, per permettere l\u2019afflusso di risorse pubbliche e private \u2013 ha ricordato -. Abbiamo immaginato soluzioni innovative, come l\u2019Apulia Food Security Initiative, per rafforzare la produzione agricola e la sicurezza alimentare, o l\u2019Energy for Growth in Africa, per sostenere la produzione e la distribuzione di energia pulita. Abbiamo deciso di sostenere progetti strategici per l\u2019Africa, come il corridoio di Lobito. Abbiamo fatto tutto questo senza mai smettere di coinvolgere e confrontarci con i nostri interlocutori africani. Perch\u00e8 il nostro intento non \u00e8 imporre, ma condividere. E, insieme, scegliere priorit\u00e0, settori di intervento, ambiti di azione. Dove potevamo essere un valore aggiunto, l\u00ec abbiamo offerto il nostro punto di vista e la nostra collaborazione. Con progetti concreti che gi\u00e0 stanno dando i loro frutti. In Algeria, dove renderemo fertili 36 mila ettari di terreno desertico per la coltivazione e costruiremo una filiera locale di trasformazione e produzione. In Kenya, con lo sviluppo di una filiera di biocarburanti che arriver\u00e0 entro la fine del 2025 a sostenere fino a duecentomila piccole imprese agricole. In Etiopia, con un vasto intervento di recupero ambientale dell\u2019area del lago Boye, nell\u2019ovest del Paese. Perch\u00e8, voglio ribadirlo ancora una volta, il nostro obiettivo, di fronte di decine di migliaia di persone che affrontano viaggi disperati per entrare illegalmente in Europa, \u00e8 garantire prima di tutto il loro diritto a non dover emigrare, a non dover recidere le proprie radici semplicemente perch\u00e8 non hanno altra scelta. Una disperazione sulla quale lucrano organizzazioni di criminali senza scrupoli sempre pi\u00f9 potenti e ramificate. Proposi un anno fa, da questo stesso podio, di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani, e sono felice che quell\u2019appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l\u2019intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. Ma bisogna fare di pi\u00f9. Le Nazioni Unite devono fare di pi\u00f9, perch\u00e8 queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavit\u00f9 \u2013 intesa come mercificazione dell\u2019essere umano \u2013 che questa Assemblea, in altri tempi, ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente. Non si torna indietr\u00f2.
\u2018Sconfiggere gli schiavisti del Terzo millennio \u00e8 possibile \u2013 ha sottolineato Giorgia Meloni -, e possiamo farlo se uniamo le forze, con una maggiore cooperazione e iniziative congiunte tra le nostre Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorit\u00e0 giudiziarie, e adottando la formula \u2018follow the money\u2019. Una intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che \u00e8 diventata un modello, anche a livello internazionale, per contrastare le organizzazioni criminali.
E\u2019 un metodo con il quale l\u2019Italia intende rafforzare la sua cooperazione anche con le Nazioni dell\u2019America Latina. Perch\u00e8 c\u2019\u00e8 un filo rosso che lega le organizzazioni che speculano sulla tratta di esseri umani in Africa e chi gestisce il traffico di stupefacenti in America Latina, o l\u2019abominio di chi rapisce i bambini per renderli schiavi del sesso di uomini ricchi senza scrupoli, privandoli del loro presente e del loro futuro. America Latina dove, come purtroppo accade in diverse regioni del mondo, le legittime aspirazioni di libert\u00e0 e democrazia di decine di milioni di persone continuano a rimanere disattese. Penso in particolare al popolo venezuelano, a cui va tutta la nostra solidariet\u00e0 e il nostro sostegno. La comunit\u00e0 internazionale non pu\u00f2 rimanere a guardare mentre, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni del 28 luglio scorso, ancora non \u00e8 stato riconosciuto il risultato elettorale, ma nel frattempo si \u00e8 consumata una brutale repressione, la morte di decine di manifestanti, l\u2019arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, l\u2019incriminazione e l\u2019esilio del candidato presidente dell\u2019opposizione democratica. E\u2019 nostro dovere alzare la voc\u00e8.
\u2018Cari amici \u2013 ha proseguito -, nel 2025 celebreremo l\u2019ottantesimo anniversario della Carta delle Nazioni Unite. Carta che sancisce principi e valori che in questo tempo sono stati messi in discussione addirittura da un membro permanente del Consiglio di sicurezza, ma sulla cui difesa non l\u2019Italia non intende arretrare. Perch\u00e8 sono principi e valori posti a garanzia di tutti, soprattutto delle Nazioni che hanno meno strumenti per difendersi. Come sempre la legge deve essere uguale per tutti, ma perch\u00e8 questo serve soprattutto a difendere i pi\u00f9 deboli.
E\u2019 per questo che non possiamo voltarci dall\u2019altra parte di fronte al diritto dell\u2019Ucraina a difendere le sue frontiere, la sua sovranit\u00e0, la sua libert\u00e0. Cos\u00ec come affermiamo il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch\u2019essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttiv\u00e8.
\u2018E seguendo lo stesso ragionamento \u2013 ha spiegato \u2013 sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinch\u00e8 questo possa vedere presto la luce \u00e8 necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all\u2019autonomia. Gli Accordi di Abramo hanno dimostrato la possibilit\u00e0 di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa \u00e8 la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo \u00e8, oggi l\u2019imperativo \u00e8 raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l\u2019immediato rilascio degli ostaggi israeliani. Non possiamo pi\u00f9 assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell\u2019Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambin\u00ec.
\u2018Detto questo \u2013 ha aggiunto -, l\u2019anniversario del prossimo anno impone a tutti noi un\u2019occasione storica. Essere finalmente consapevoli che, piaccia o no, i problemi di oggi ci coinvolgono e riguardano tutti. Dobbiamo saperci mettere in discussione, con umilt\u00e0 e consapevolezza. E questo impone anche una riflessione seria sul multilateralismo, sulla capacit\u00e0 delle organizzazioni internazionali di essere all\u2019altezza di questa epoca e delle sfide che ci pone di fronte. Parlo ovviamente, anche delle Nazioni Unite, della sua capacit\u00e0 di riformarsi partendo da ci\u00f2 che \u00e8 utile e necessario, e non da ci\u00f2 che \u00e8 pi\u00f9 facile. L\u2019Italia \u00e8 convinta che qualunque revisione dell\u2019architettura di funzionamento delle Nazioni Unite, a partire dal Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticit\u00e0 e rappresentativit\u00e0. Sarebbe un errore creare nuove gerarchie, con nuovi seggi permanenti. Siamo aperti a discutere la riforma senza alcun pregiudizio, ma vogliamo una riforma che serva a rappresentare meglio tutti, non a rappresentare meglio alcun\u00ec.
\u2018Colleghi, delegati, signore e signori, \u00e8 un tempo difficile quello nel quale siamo stati chiamati a governare le nostre Nazioni \u2013 ha concluso -. Tutto intorno a noi sembra cambiare, tutto viene messo in discussione, e le poche certezze che pensavamo di avere non sono pi\u00f9 tali. Il destino ci sfida, ma in fondo lo fa per metterci alla prova. Nella tempesta, possiamo dimostrare di essere all\u2019altezza del compito che la storia ci ha dato. Dimostrarlo ai cittadini che governiamo, dimostrarlo ai nostri figli. Dimostrarlo a noi stessi, forse soprattutto a noi stessi, perch\u00e8 come diceva un grande patriota italiano, Carlo Pisacane, protagonista di quel Risorgimento che fece dell\u2019Italia una Nazione unita, \u2018ogni ricompensa la trover\u00f2 nel fondo della mia coscienz\u00e0. Affrontare i problemi piuttosto che rinviarli, avanzare piuttosto che indietreggiare, preferire ci\u00f2 che \u00e8 giusto a ci\u00f2 che \u00e8 utile, questo \u00e8 il nostro compito, difficile ma necessario. L\u2019Italia, come sempre, \u00e8 pronta a fare la sua part\u00e8.
\u2013 foto ufficio stampa Palazzo Chigi \u2013
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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