{"id":24576,"date":"2024-04-18T00:01:04","date_gmt":"2024-04-17T22:01:04","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/04\/18\/confcommercio-per-il-sense-of-italy-saldo-positivo-di-123-miliardi\/"},"modified":"2024-04-18T00:01:04","modified_gmt":"2024-04-17T22:01:04","slug":"confcommercio-per-il-sense-of-italy-saldo-positivo-di-123-miliardi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/04\/18\/confcommercio-per-il-sense-of-italy-saldo-positivo-di-123-miliardi\/","title":{"rendered":"Confcommercio, per il \u201cSense of Italy\u201d saldo positivo di 123 miliardi"},"content":{"rendered":"
ROMA (ITALPRESS) \u2013 Il Sense of Italy, Sofi, vale 123 miliardi di saldo tra esportazioni ed importazioni. E\u2019 quanto emerge dalla ricerca di Confcommercio presentata al Forum internazionale di Villa Miani, a Roma, in collaborazione con Ambrosetti. \u201cIl Sofi \u00e8 l\u2019estensione del Made in Italy per includervi i servizi turistici, noi puntiamo sul fatto che esiste una contaminazione positiva tra esportazioni del Made in Italy e presenze turistiche \u2013 ha spiegato Mariano Bella, direttore dell\u2019Ufficio Studi di Confcommercio -, secondo la logica per cui io vengo in Italia, provo qualcosa e quando torno nel mio paese chiedo quel bene in relazione alla struttura ricordo-desiderio. Su questa contaminazione l\u2019Italia deve puntare se vuole tornare a crescere\u201d. Il Sofi \u00e8 un concetto potenziato del Made in Italy, la capacit\u00e0 di attrarre interesse per il nostro paese. Si \u00e8 immaginato che una parte consistente dell\u2019aggregato Sofi sia caratterizzata dalle quattro A: Agroalimentare, Abbigliamento, Arredamento e Apparecchiature. La restante parte del Sense of Italy \u00e8 costituita dai servizi. Nel 2007 e nel 2022 il saldo commerciale complessivo \u00e8 negativo, invece quello del Sofi \u00e8 positivo, rispettivamente per 80 e 123 miliardi di euro.
Il ruolo dell\u2019Italia in Europa, la competitivit\u00e0 e lo scenario che si delineer\u00e0 con le prossime elezioni europee: questi gli altri temi chiave al centro della seconda giornata del Forum.
\u201cNoi oggi siamo produttori di eccellenza al mondo e siamo esportatori di eccellenza diventando, nella concezione mondiale, produttori della qualit\u00e0, su questa strada dobbiamo proseguire, la strada che ci ha permesso di sopravvivere nell\u2019era della globalizzazione\u201d, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. \u201cL\u2019Europa deve mettere in campo una politica assertiva in grado di vincere la sfida con Cina e Stati Uniti \u2013 ha aggiunto -. Non possiamo rischiare di farci invadere il mercato e la nostra produzione. Per questo con il prossimo Parlamento europeo l\u2019Europa sar\u00e0 nelle condizioni di realizzare una politica industriale che deve essere finanziata con risorse ingenti e con la consapevolezza che si deve passare da una Europa dei consumatori ad Europa dei produttori\u201d.
\u201cDobbiamo decidere come affrontare le sfide future e l\u2019Italia deve incidere in queste scelte\u201d, ha detto il vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Misiani. Servono \u201cuna politica industriale pi\u00f9 competitiva a livello europeo, una politica energetica pi\u00f9 forte, una vera semplificazione delle norme burocratiche che pesano sulle piccole e medie imprese e una politica sul nostro sistema produttivo che guardi a quello europeo\u201d.
Anche Alberto Bagnai, presidente della Commissione parlamentare di Controllo sull\u2019Attivit\u00e0 degli Enti Gestori di Forme Obbligatorie di Previdenza e Assistenza Sociale, ha sottolineato che \u201cl\u2019economia italiana sta attraversando un periodo di relativa resistenza e stabilit\u00e0, diversamente dalla Francia e dalla Germania. In questo momento si parla di competitivit\u00e0 non tanto perch\u00e8 serve a noi, ma perch\u00e8 serve ad altri: avendo risanato con un percorso doloroso la nostra economia, non siamo pi\u00f9 noi i \u201cmalati\u201d d\u2019Europa. Il nostro interesse \u00e8 la crescita\u201d, ora \u201coccorre ripartire da un recupero di una sana flessibilit\u00e0 di bilancio. Le nuove regole vanno nella direzione giusta\u201d, ha sottolineato.
Lo sguardo \u00e8 rivolto soprattutto alle prossime elezioni europee. \u201cPer la prima volta si voter\u00e0 mentre c\u2019\u00e8 una guerra in Europa: quali saranno le conseguenze della guerra sul piano dei comportamenti elettorali \u00e8 un elemento su cui riflettere. La pandemia, la crisi dei debiti sovrani, la guerra e le sue implicazioni energetiche hanno creato una paura del futuro\u201d e \u201cla priorit\u00e0 dei cittadini europei \u00e8 diventata la difesa\u201d, ha spiegato Sergio Fabbrini, professore di Scienza Politica e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli. Queste elezioni saranno \u201cle pi\u00f9 certe sul piano dei risultati elettorali e le pi\u00f9 incerte sugli esiti politici. Sul piano nazionale \u00e8 probabile un successo significativo della destra-destra o della destra-centro\u201d.
Per Enzo Moavero Milanesi, professore di Diritto dell\u2019Unione Europea alla LUISS Guido Carli e gi\u00e0 ministro degli Esteri, \u201cla maggioranza che scaturir\u00e0 dalle prossime elezioni europee non avr\u00e0 modo di esprimere il governo dell\u2019Europa \u2013 nel senso del potere esecutivo \u2013 perch\u00e8 la Commissione europea sar\u00e0 principalmente espressa dai governi degli Stati\u201d. I parlamentari europei \u201cnon hanno iniziativa legislativa, che \u00e8 riservata alla Commissione: ci sono dinamiche molto diverse da quelle nazionali\u201d, ha ricordato. Secondo Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni Internazionali all\u2019Universit\u00e0 Cattolica del Sacro Cuore di Milano, \u201cstiamo andando verso un assetto multipolare del mondo\u201d e \u201cbisogna capire se emerger\u00e0 una governance collettiva. Se pensiamo al futuro, chi avr\u00e0 la leadership nella globalizzazione\u201d stabilir\u00e0 \u201ccome sar\u00e0 gestito il rapporto tra economia e politica\u201d e se la leadership del futuro \u201csar\u00e0 cinese, russa o saudita, la nuova globalizzazione sar\u00e0 meno liberale, innanzitutto per i diritti politici e civili\u201d. Gli scenari degli ultimi anni dimostrano che le sfide del futuro riguarderanno soprattutto la difesa e l\u2019energia, ha aggiunto poi Joaqu\u00ecn Almunia, gi\u00e0 vicepresidente della Commissione Europea e commissario Europeo per gli Affari economici e monetari. \u201cDobbiamo investire in difesa\u201d e \u201cbisogna puntare anche sull\u2019indipendenza energetica\u201d, ha aggiunto.<\/p>\n
\u2013 Foto f04\/Italpress \u2013<\/p>\n
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