{"id":22728,"date":"2024-03-21T18:01:17","date_gmt":"2024-03-21T17:01:17","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/03\/21\/kosovo-morabito-serve-una-via-europea-per-la-stabilita-dei-balcani\/"},"modified":"2024-03-21T18:01:17","modified_gmt":"2024-03-21T17:01:17","slug":"kosovo-morabito-serve-una-via-europea-per-la-stabilita-dei-balcani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2024\/03\/21\/kosovo-morabito-serve-una-via-europea-per-la-stabilita-dei-balcani\/","title":{"rendered":"Kosovo, Morabito \u201cServe una via europea per la stabilit\u00e0 dei Balcani\u201d"},"content":{"rendered":"
ROMA (ITALPRESS) \u2013 \u201cQuello in ex Jugoslavia fu il primo vero conflitto nel nostro continente dopo il 1945, pertanto quel fatidico 24 marzo 1999 segn\u00f2 l\u2019inizio di una delle pagine pi\u00f9 tristi della storia recente dell\u2019Europa\u201d. Il generale Giuseppe Morabito, gi\u00e0 capo di Stato maggiore del contingente KFOR (Kosovo Force) tra il 2000 il 2002 e membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation, in un\u2019intervista all\u2019Italpress ha ripercorso i principali punti del conflitto in ex Jugoslavia a 25 anni dall\u2019operazione dell\u2019Alleanza Atlantica in Serbia e Kosovo avviata il 24 marzo 1999.
\u201cQuel giorno, verso le ore 16 \u2013 ha spiegato -, la NATO avvi\u00f2 la sua operazione (Allied Force) contro la Repubblica Federale di Jugoslavia guidata da Slobodan Milosevic, consistita in un\u2019intensa campagna di attacchi aerei durata oltre due mesi, fino al 10 giugno. L\u2019operazione fu condotta evitando scrupolosamente l\u2019opzione dell\u2019attacco terrestre. E\u2019 stata la seconda azione militare nella storia della NATO, dopo l\u2019operazione Deliberate Force del 1995 in Bosnia ed Erzegovina. E\u2019 stata, inoltre, la prima volta in cui la NATO ha usato la forza militare senza la preventiva approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sulla carta l\u2019intervento della NATO aveva lo scopo di riportare la delegazione serba al tavolo delle trattative diplomatiche. Il conflitto port\u00f2, nel tempo, il Kosovo a staccarsi dalla Serbia (e nel 2008 a dichiarare unilateralmente lo stato d\u2019indipendenza) e alla caduta del presidente Milosevic\u201d.
\u201cIl nostro paese \u2013 ha spiegato \u2013 partecip\u00f2 ai bombardamenti in virt\u00f9 della sua appartenenza alla NATO e della sua posizione geografica sulla sponda opposta dell\u2019Adriatico, con diverse basi e aeroporti militari, alcune dei quali in gestione delle forze armate degli Stati Uniti. La nostra penisola fu un trampolino di lancio essenziale nel conflitto. Ai bombardamenti parteciperanno pi\u00f9 di 50 aerei italiani, attaccando gli obiettivi indicati dalla NATO. Per decisione del governo il numero di aerei italiani che bombardarono la Serbia \u00e8 stato secondo solo agli americani\u201d.
Dopo oltre 20 anni i Balcani vivono ancora momenti di tensione. \u201cI Balcani occidentali guardano all\u2019Unione Europea per il loro futuro. A mio parere \u2013 ha evidenziato il generale \u2013 le crisi in atto in Israele e Ucraina mettono in risalto quanto sia centrale per i paesi dei Balcani trovare una comune \u2018via europe\u00e0. La cooperazione regionale tra i paesi dei Balcani occidentali (Macedonia del Nord, Albania, Serbia e Montenegro) appare fondamentale per il loro processo di pace e integrazione europea. Tale cooperazione svolge un ruolo centrale nella stabilit\u00e0 regionale, nei rapporti tra i paesi dei Balcani occidentali e nel loro basilare percorso verso l\u2019integrazione europea\u201d.
Per il generale Morabito, \u201c\u00e8 palese che la principale crisi dei Balcani Occidentali e principale ostacolo a una futura integrazione europea risiede nella crisi del Kosovo e i suoi sviluppi. Sulla scia dei pesanti scontri tra la polizia del Kosovo e i serbi del Kosovo il 24 settembre 2023, seguiti da movimenti di truppe serbe e della NATO, il dialogo Kosovo-Serbia, mediato dall\u2019UE e sostenuto dagli Stati Uniti, \u00e8 a un punto importante. Quando la NATO intervenne nel 1999 per fermare le azioni serbe contro gli albanesi in Kosovo, ferm\u00f2 un conflitto ma risolse ben poco. Da allora, i politici \u2018ultranazionalist\u00ec su entrambi i lati del confine hanno vinto le elezioni. Per pi\u00f9 di 20 anni, la presenza della KFOR e gli incentivi allo sviluppo per entrambe le parti hanno ampiamente impedito che questo conflitto si estendesse nuovamente alla regione. Ovviamente, la guerra dell\u2019Ucraina, a seguito dell\u2019aggressione russa, ha cambiato la percezione dell\u2019influenza di Mosca nei Balcani e, pi\u00f9 recentemente, l\u2019effettiva espulsione\/pulizia etnica degli armeni dal Nagorno-Karabakh da parte dell\u2019Azerbaijan appoggiato dalla Turchia, potrebbe significare che il traballante equilibrio si sta rapidamente erodendo e lo status quo sostenuto dal deterrente della KFOR e l\u2019incentivo citato dell\u2019adesione all\u2019UE potrebbe non reggere pi\u00f9\u201d.
Nella stabilit\u00e0 balcanica l\u2019Italia riveste un ruolo importante. \u201cSubito dopo che si era insediato l\u2019attuale governo \u2013 ha spiegato Morabito \u2013 i ministri Crosetto e Tajani hanno incontrato i vertici politici di Serbia e Kosovo facendo ben comprendere che l\u2019Italia \u00e8 oggi pronta a mediare e trovare una soluzione. Inoltre, il Comando delle forze della NATO in Kosovo era in quel periodo del nostro Paese. In Kosovo \u2013 ha continuato \u2013 sono permanentemente presenti alcune centinaia di militari italiani e questo conferma che la stabilit\u00e0 della regione \u00e8 un\u2019importante questione d\u2019interesse nazionale. Roma \u00e8 considerata un attore centrale per la stabilit\u00e0 balcanica\u201d.
\u201cI kosovari sono schierati con gli Stati Uniti in modo assoluto, hanno contributori dell\u2019area mediorientale del Golfo e asiatica, e l\u2019autarchia turca cerca in ogni modo di influenzare, a mio parere negativamente, il Paese. L\u2019Italia deve giocare il ruolo di \u2018baluard\u00f2 della democrazia\u201d, ha aggiunto.
Oggi le diverse crisi e i conflitti in varie aree del Pianeta preoccupano la comunit\u00e0 internazionale. Sono cambiati gli scenari e anche la posizione della NATO. \u201cL\u2019aggressione della Federazione Russa all\u2019Ucraina e il protrarsi di un conflitto convenzionale ad alta intensit\u00e0 appena oltre i confini dell\u2019Alleanza Atlantica \u2013 ha spiegato Morabito \u2013 ha sensibilmente promosso un consolidamento e rinvigorimento della NATO sotto numerosi profili. L\u2019adesione di Finlandia e Svezia insieme al ruolo dell\u2019Alleanza nel sostegno a Kiev rappresentano il segnale pi\u00f9 evidente del rafforzamento politico-strategico dell\u2019Organizzazione. Anche la componente operativo-militare ha profondamente aggiornato postura, piani e potenziali prospettive d\u2019impiego. La NATO ha confermato la centralit\u00e0 del compito di deterrenza e difesa e questo ha implicato un rilevante aggiornamento delle capacit\u00e0 di dissuadere ed eventualmente contrastare l\u2019azione dei potenziali avversari intenzionati a minacciare l\u2019integrit\u00e0 e sicurezza dell\u2019Alleanza. Questo rappresenta dunque un presupposto fondamentale per approntare le forze dell\u2019Alleanza a un\u2019eventuale attivazione dell\u2019Articolo 5 del Trattato dell\u2019Atlantico del Nord. La grande esercitazione \u2018Steadfast Defender\u2019 dal 24 Gennaio scorso \u2013 ha continuato \u2013 mira proprio a quest\u2019obiettivo, delineando uno scenario operativo in cui nell\u2019arco di quasi cinque mesi il dispositivo militare alleato ha effettuato ed effettuer\u00e0 una sequenza di operazioni finalizzate a proiettare, dispiegare, supportare e sostenere un grande contingente multinazionale in un contesto di combattimento difensivo ad alta intensit\u00e0\u201d.
\u201cQuesto per dimostrare a eventuali attori avversari il potenziale militare della NATO capace di concretarsi contro una minaccia significativa sul fianco orientale dell\u2019Alleanza Atlantica, lungo un ipotetico fronte esteso dalle regioni artiche del Vecchio Continente fino al Mar Nero. Si \u00e8 passati, quindi, negli anni, a considerare possibile doversi difendere da un attacco a un membro dell\u2019Alleanza e non solo a considerare necessario un intervento a salvaguardia dello status democratico in un\u2019area d\u2019interesse quale era stato ritenuto l\u2019intervento in Serbia e Kosovo. In 25 anni \u2013 ha concluso il generale Morabito \u2013 sono cambiati i fattori di rischio e conseguentemente le necessit\u00e0 difensive\u201d.<\/p>\n
\u2013 Foto: Agenzia Fotogramma \u2013<\/p>\n
(ITALPRESS).<\/p>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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