{"id":11978,"date":"2020-06-21T10:50:26","date_gmt":"2020-06-21T08:50:26","guid":{"rendered":"https:\/\/www.livemag.it\/?p=11978"},"modified":"2020-06-21T10:56:26","modified_gmt":"2020-06-21T08:56:26","slug":"reclutavano-gli-ultimi-per-i-lavori-nelle-vigne-schiavitu-nei-campi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.livemag.it\/index.php\/2020\/06\/21\/reclutavano-gli-ultimi-per-i-lavori-nelle-vigne-schiavitu-nei-campi\/","title":{"rendered":"Reclutavano gli ultimi per i lavori nelle vigne. Schiavit\u00f9 nei campi"},"content":{"rendered":"\n
Le Fiamme Gialle astigiane impegnate nella costante opera di contrasto allo sfruttamento del lavoro e all\u2019attivit\u00e0 illecita nell\u2019intermediazione di manodopera. Trenta braccianti agricoli di origini africane, cingalesi, indiani e albanesi sono stati sistematicamente maltrattati e duramente sfruttati da una donna con doppia cittadinanza italoalbanese che li faceva alloggiare in anguste dimore fatiscenti e insalubri, costringendoli a dormire
su materassi appoggiati al pavimento, a mangiare in ridottissimi spazi comuni e a condividere l\u2019unico bagno a disposizione per entrambi i sessi.
L\u2019artefice dei fatti, scoperta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Canelli, avvalendosi di tre suoi connazionali albanesi, anche facendo ricorso talora a intimidazioni e minacce, costringeva persone bisognose, dimoranti in luoghi di rifugio improvvisati, quali stazioni ferroviarie, giardini pubblici o presso la sede della Caritas di Canelli, a lavorare dalle 8 alle 11 ore al giorno.
I lavoratori stranieri venivano reclutati per essere impiegati in diverse aziende agricole del basso astigiano e della confinante provincia di Cuneo, in valle Belbo e Val Bormida, ove venivano sfruttati per le coltivazioni vitivinicole, in totale subordinazione e sudditanza psicologica.
Alla paga oraria delle vittime dello sfruttamento, che non superava i 6 Euro all\u2019ora, rispetto ai 10 Euro circa previsti, venivano ancora decurtate le spese per il pernottamento, che si aggiravano tra i 4 e i 5 Euro a notte e, talvolta, venivano loro addebitate anche le spese per il trasporto.
I braccianti venivano accompagnati dai caporali albanesi i quali provvedevano a impartire loro gli ordini, assegnandoli agli imprenditori agricoli dai quali l\u2019indagata riscuoteva direttamente cospicue
somme di denaro.
Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Asti, Dr.ssa Francesca Dentis, portavano i militari della Tenenza di Canelli, coadiuvati da quelli del gruppo di Asti, a eseguire nei confronti della prevenuta un\u2019ordinanza di custodia cautelare in carcere
adottata a fronte di gravi indizi per il delitto di caporalato, titolo di reato per cui venivano anche sequestrate somme di denaro e 3 autovetture.
Il profitto complessivo dei reati commessi dall\u2019arrestata e dei suoi connazionali, calcolato anche con il contributo di personale dell\u2019INPS e dell\u2019Ispettorato Territoriale del lavoro di Asti, ammonta a
circa 75.000 Euro.
I risultati delle complesse investigazioni sono stati raggiunti nell\u2019arco di circa un anno.
Sono in corso accertamenti di polizia economico-finanziaria per contestare le irregolarit\u00e0 previdenziali e fiscali di cui si \u00e8 resa responsabile l\u2019arrestata con la propria attivit\u00e0 illegale in danno di ulteriori 82 braccianti.<\/p>\n\n\n\n