music Archivi - Live Magazine https://www.livemag.it/index.php/tag/music/ Varie ed eventi Thu, 31 Oct 2024 10:51:00 +0000 it-IT hourly 1 https://www.livemag.it/wp-content/uploads/2024/01/cropped-cropped-favicon-1-1-1-32x32.png music Archivi - Live Magazine https://www.livemag.it/index.php/tag/music/ 32 32 Jaywork Music Group: Madpez & Cris Tommasi, Poni Punkflwr,  James The Machine… oppure “Heart of Glass” e Apogee Music?  https://www.livemag.it/index.php/2024/10/31/jaywork-music-group-madpez-cris-tommasi-poni-punkflwr-james-the-machine-oppure-heart-of-glass-e-apogee-music/ https://www.livemag.it/index.php/2024/10/31/jaywork-music-group-madpez-cris-tommasi-poni-punkflwr-james-the-machine-oppure-heart-of-glass-e-apogee-music/#respond Thu, 31 Oct 2024 10:50:58 +0000 https://www.livemag.it/?p=38154 Madpez & Cris Tommasi spaccano! Anzi… Eccoci con Jaywork Music Group: Madpez & Cris Tommasi, Poni Punkflwr,  James The Machine… oppure “Heart of Glass” e Apogee Music?  Grande energia elettronica per uno dei brani più recenti pubblicati da Jaywork Music Group, realtà guidata con energia e visione artistica da Luca Peruzzi e Luca Facchini. E’ Madpez & […]

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Madpez & Cris Tommasi spaccano! Anzi…

Eccoci con Jaywork Music Group: Madpez & Cris Tommasi, Poni Punkflwr,  James The Machine… oppure “Heart of Glass” e Apogee Music? 

Grande energia elettronica per uno dei brani più recenti pubblicati da Jaywork Music Group, realtà guidata con energia e visione artistica da Luca Peruzzi e Luca Facchini. E’ Madpez & Cris Tommasi – “Do My Thing”  (FFR277 – Freedom for Rhythm). Il brano è potentissimo, energico, forte. Perfetto per il dancefloor e non solo. 

Madpez & Cris Tommasi – “Do My Thing” spacca, ma ecco poi Poni Punkflwr – “Deep Down” su Beathacker…

E’ un’altra delle label del gruppo Jaywork Music Group, è invece un brano decisamente house. Piano elettrico, hook vocale, ritmo ‘soffice’ a profusione. E il risultato è fatto: smettere di muoversi a tempo è impossibile. 

Non ha meno forza ritmica James The Machine – “Red Eye”, appena uscito su Kantara Records, che invece viaggia su frequenze techno & dintorni. La cassa spinge forte, quando c’è bisogno un synth maestoso entra e porta chi balla e ascolta in una nuova dimensione.

Madpez & Cris Tommasi – “Do My Thing” è davvero un pezzo forte… ma Reworked Music propone invece Brooke Lee – “Heart of Glass”

E’ il remake di una hit semplicemente indimenticabile. Ad un ascolto distratto il sound sembra proprio quello dell’originale dei Blondie… ma non è mica vero niente. Il ritmo è molto più veloce e la versione di Brooke Lee è perfetta per far scatenare oggi i club, quella originale sente il peso degli anni.

Chiudiamo, tra le più vivaci nuove release a cura di Jaywork Music Group con Horatio & Folual – “Submarine” su Apogee Music.

I BPM sono decisamente elevati, il sound potente ed energico, che mette insieme ritmo, melodia, ritmicità. In ambito elettronica energica, Apogee Music sta davvero proponendo brani d’impatto e si sta affermando nel mercato internazionale.

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COS’E’ JAYWORK MUSIC GROUP

Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l’attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all’attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto “2Black” con la notissima “Waves of Luv”, che ricalca il grande successo del brano musicale “In alto mare” di Loredana Bertè.

Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. “Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore”, spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.

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Napoli Calls Chicago per i 40 anni della House Music https://www.livemag.it/index.php/2024/09/02/napoli-calls-chicago-per-i-40-anni-della-house-music/ https://www.livemag.it/index.php/2024/09/02/napoli-calls-chicago-per-i-40-anni-della-house-music/#respond Mon, 02 Sep 2024 09:24:29 +0000 https://www.livemag.it/?p=33879 Il territorio campano si trasformerà in una grande pista da ballo sotto le stelle per celebrare i 40 anni della House Music Le radici della House Music: da Chicago a Napoli La House Music, che ha preso vita nelle discoteche di Chicago all’inizio degli anni ’80, ha cambiato per sempre il panorama della musica elettronica […]

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Il territorio campano si trasformerà in una grande pista da ballo sotto le stelle per celebrare i 40 anni della House Music

Le radici della House Music: da Chicago a Napoli

La House Music, che ha preso vita nelle discoteche di Chicago all’inizio degli anni ’80, ha cambiato per sempre il panorama della musica elettronica e continua a essere una fonte di ispirazione per generazioni di DJ e produttori. Per rendere omaggio a questo importante anniversario, il Rama Beach – già noto per aver ospitato un tributo a Frankie Knuckles nei mesi passati – sarà il palcoscenico di una giornata memorabile, con una line-up di artisti leggendari e nuovi talenti pronti a far vibrare la pista. L’evento, intitolato “Napoli Calls Chicago”, è destinato a far muovere tutta la città, dalle prime luci del mattino fino a tarda sera.

Una Line-Up eccezionale per un evento unico

L’evento vedrà esibirsi, per il team Napoli, artisti del calibro di dAPULEO, DJ Simi, DJ Fiore e JG Bros. Dall’altra parte, il team Chicago sarà rappresentato da figure iconiche come Joe Smooth, Marshall Jefferson, Terry Hunter, Ron Carroll e Chez Damier. Questa combinazione di talenti renderà la serata un vero e proprio viaggio musicale attraverso il tempo, che ripercorrerà le tappe più significative della storia della House Music, collegando idealmente le due città, dai primi successi di Chicago fino alle nuove tendenze che fanno di Napoli un centro nevralgico per questo genere musicale in Italia.

locandina Napoli Calls Chicago House Music

Un viaggio visivo e musicale tra Napoli e Chicago

Il viaggio parte già dal flyer dell’evento, creato a mano da Mbroz_art, che raffigura il lungomare di Napoli con il Vesuvio che si riflette nell’iconica opera d’arte di Chicago, “The Bean” (Il Fagiolo) di Anish Kapoor, e sullo sfondo, altri luoghi simbolici della metropoli americana. Un’immagine che sintetizza perfettamente il gemellaggio artistico e musicale tra le due città.

L’impegno solidale di Napoli Calls Chicago

Un elemento fondamentale di “Napoli Calls Chicago” è la sua finalità solidale. L’evento mira infatti a raccogliere fondi per l’associazione “Autism AID Onlus”, una organizzazione no-profit impegnata nella difesa dei diritti e delle pari opportunità per le persone affette da disturbi del neuro-sviluppo, con particolare attenzione al disturbo dello spettro autistico.

Anticipazioni dalla conferenza stampa

La conferenza stampa, che si è svolta al Gold Tower Lifestyle Hotel, ha visto la partecipazione di Joe Smooth e Ron Carroll in collegamento live da Chicago, insieme agli interventi di Alex Serafini, Maurizio Luise, dAPULEO, DJ Fiore e Paolo dei JG Bros, che hanno dato un assaggio di quello che sarà il sound di questo imperdibile evento del 15 settembre.

A cura di Mario Altomura

Leggi anche: “Azzurro Storie di Mare” 2024, in viaggio tra i mari d’Italia

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Giuseppe Di Monte, “Un ricordo in più” è il suo nuovo inizio musicale https://www.livemag.it/index.php/2024/05/04/giuseppe-di-monte-un-ricordo-in-piu-e-il-suo-nuovo-inizio-musicale/ https://www.livemag.it/index.php/2024/05/04/giuseppe-di-monte-un-ricordo-in-piu-e-il-suo-nuovo-inizio-musicale/#respond Sat, 04 May 2024 07:38:27 +0000 https://www.livemag.it/?p=25544 “Un ricordo in più” è il titolo del brano che segna il ritorno, anzi il nuovo inizio musicale, del cantautore di origini pugliesi Giuseppe Di Monte. La canzone arriva a più di un anno di distanza dalla pubblicazione di “Diamante fragile” e “Noi come a Bolliwood”, brani di rottura con rispetto al sound che aveva […]

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“Un ricordo in più” è il titolo del brano che segna il ritorno, anzi il nuovo inizio musicale, del cantautore di origini pugliesi Giuseppe Di Monte. La canzone arriva a più di un anno di distanza dalla pubblicazione di “Diamante fragile” e “Noi come a Bolliwood”, brani di rottura con rispetto al sound che aveva precedentemente contraddistinto il suo repertorio. “Un ricordo in più” parla di un amore tossico che fatica a finire. Una relazione ormai giunta al capolinea, dove lei, elemento forte del rapporto, nonostante sia cosciente della fine della loro storia d’amore, fa fatica a lasciarsi alle spalle quello che un tempo era il suo uomo, nonostante lo veda soffrire. Un po’ per pena, un po’ perché legata a quella figura di riferimento che l’ha accompagnata per un pezzo di vita importante. Un tema delicato e di stringente attualità, quello degli amori tossici, che in questa canzone viene affrontato lanciando un messaggio di speranza verso un futuro migliore. “Spesso nelle relazioni di coppia pur di continuare ad avere il partner vicino, anche quando ci si accorge che non c’è più amore, ci si accontenta di tutto. Ci si abitua alla sofferenza e a quel mondo irreale che si crea nella testa di chi non vuole arrendersi a qualcosa che ormai è finito da tempo. A volte per paura di rimanere soli, altre invece, per non buttare all’aria anni di rapporto fatto di momenti importanti, anche se finiti. Un rapporto che in questa storia divora proprio lui, il protagonista, che pur di avere ancora tra le sue braccia la sua amata, si rende partecipe di un gioco che consuma se stesso, diventando oggetto dei loro incontri e causa del suo male.  Spesso si parla della sofferenza femminile, di quando in un rapporto di coppia siano spesso le donne a soffrirne di più. Ma anche gli uomini soffrono in amore. E di questo, spesso, ci si dimentica – racconta il Giuseppe Di Monte, che aggiunge – In questo caso però il protagonista, nonostante sia cosciente che quel suo comportamento vada a deteriorare se stesso, si rende conto che l’unico modo per salvarsi è mettere lui fine a quella storia. Solo dopo aver realizzato che nulla sarebbe potuto tornare come prima, riesce a ribaltare la sua situazione prendendo in mano le redini di ciò che stava succedendo, mettendo lui fine a quella sofferenza inutile da vivere e continuare. Quel brodo che spesso si allunga e che non porta da nessuna parte”. “Un ricordo in più” vuole rappresentare la rivincita di tutti coloro che nel “mal d’amore” trovano la forza di reagire, ponendo la parola fine ai rapporti tossici. Realizzando che la nostra vita vale molto di più di un amore non corrisposto. Che è fondamentale amare prima se stessi per poi poter amare gli altri. E che accontentarsi non porta a nulla, visto che l’unico modo per essere felici è lasciare l’altra metà della “mela” libera di andare o restare, perché solo in piena libertà ci si accorge di chi è realmente felice di rimanere al nostro fianco. Il brano è prodotto da Giuseppe Di Monte, che firma anche il testo e la melodia. L’arrangiamento del brano, registrato presso il Biscuit studio di Roma. è a cura del producer italosvizzero Simone Gabriele, in arte Backer. A breve verrà rilasciato il videoclip di “Un ricordo in più”, a cui seguirà, prossimamente, la pubblicazione del nuovo album di Giuseppe DI Monte, attualmente in lavorazione.

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Fuat Sunay, tra sassofono e musica elettronica https://www.livemag.it/index.php/2024/03/06/fuat-sunay-tra-sassofono-e-musica-elettronica/ https://www.livemag.it/index.php/2024/03/06/fuat-sunay-tra-sassofono-e-musica-elettronica/#respond Wed, 06 Mar 2024 12:23:47 +0000 https://www.livemag.it/?p=21495 Fuat Sunay nasce in Turchia e dopo gli studi in Ingegneria del Suono lascia Instanbul per l’Italia, dove in seguito si trasferisce a Torino e continua gli studi al Conservatorio e produzione musicale per cinema e Tv al DAMS. Il suo percorso musicale, però inizia già nell’infanzia. Si avvicina alla musica da bambino e da […]

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Fuat Sunay nasce in Turchia e dopo gli studi in Ingegneria del Suono lascia Instanbul per l’Italia, dove in seguito si trasferisce a Torino e continua gli studi al Conservatorio e produzione musicale per cinema e Tv al DAMS.

Il suo percorso musicale, però inizia già nell’infanzia. Si avvicina alla musica da bambino e da subito capisce, che il mondo delle sette notte sarà quello che gli consentirà la massima espressione della sua arte. Qualche anno più tardi scoprirà l’amore definitivo: il sassofono. Ha collaborato con molti musicisti e cantanti, suonando nei loro progetti e scrivendo le melodie. 

Fuat Sunay
Fuat Sunay

Il tuo sogno Fuat Sunay è sempre stato nella musica?

«Sì, a sei anni volevo diventare batterista, ma negli anni novanta non era facile farlo, senza irritare i vicini. Al liceo, già avevo approcciato molti strumenti ed ero entrato a far parte dell’orchestra. Poi, a Instabul ho studiato in un’accademia privata di Sound Design. Una volta terminato questo percorso mi sono trovato a collaborare con molti artisti turchi. Poiché desideravo continuare la mia carriera in Europa mi sono trasferito in Italia, anche in base alla scelta del Conservatorio».

Sei arrivato a Milano, ma poi, per vivere hai scelto Torino. Perché?

«Ho fatto diverse cose allo IED e ho preso anche il 50% per una borsa di studio ma mi sono trovato, ancora studente e giovanissimo, in una città come Milano e ho pensato che in una realtà più compatta mi sarei trovato meglio, anche da un punto di vista di istituti pubblici. Così ho scoperto Torino, dove poi ho proseguito i miei studi, sempre continuando a suonare in giro. Sono legato a Milano e poi, Torino non è lontana. Ho fatto anche la mia tesi su The Voice of Italy. In quel periodo ho scoperto il sassofono».

Ed è stata una folgorazione.

«Sì. Suonavo tanto i fiati e alcuni musicisti con i quali facevo molti eventi, me l’hanno consigliato. Così è nato l’amore tra me e questo strumento. Ho capito all’istante, che quella era la mia direzione, la carriera che volevo. Così ho trovato un altro conservatorio a Torino e nel frattempo ho trovato un bravissimo Maestro, Emanuele Cisi. Così mi sono laureato e sono arrivato dove sono adesso».

Quale progetto che ti dato maggiori soddisfazioni?

«Suonando con tanti artisti internazionali ho avuto modo di creare anche il mio progetto attuale “Sax House”, una combinazione tra musica elettronica e sassofono e oggi, su tutte le piattaforme, gli ascolti ci stanno premiando, soprattutto in Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Francia. Sto girando tanto e sono felice, anche perché mi esibisco in posti bellissimi».

Ami eseguire i brani personalizzandoli. Quanto è importante lasciare la propria firma?

«Un bravo artista dovrebbe lasciare la sua firma. Va bene non intaccare lo stile, perché c’è una massa che richiede quel tipo di musica, però è importante donare sempre nuove emozioni e con la personalizzazione si riesce a fare».

Sei ingegnere del suono. Rispetto alle tue competenze sei d’accordo con chi attacca la qualità della musica radiofonica di oggi? 

«Sono dell’idea che sia importante fare musica con gusto e raffinatezza. È necessario studiare a fondo la musica, perché non siamo negli anni ’50. Oggi la musica deve funzionare per le piattaforme e per i social, non viene ascoltata sulle musicassette. Ci sono alcuni artisti, che di musica sanno poco e di conseguenza, il risultato è un po’ vuoto. Va bene fare musica commerciale, ma sempre con gusto. Per me, l’arte non va fatta per se stessi ma per gli altri. È elemento di condivisione. Amo donare emozioni».

Perché il sax è considerato così romantico ?

«Per il suo suono molto caldo, lo stesso motivo, per cui forse mi chiedono sempre di suonare “Careless Whisper” di George Michael».

Ti è rimasto il sogno della batteria?

«Sì, infatti quando ero al Conservatorio, poi l’ho studiata e mi piace suonarla, ogni volta che me la trovo davanti. È l’essenza del ritmo e il mio secondo amore, dopo il sassofono».

A cura di Mario Altamura

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