fotografia Archivi - Live Magazine https://www.livemag.it/index.php/tag/fotografia/ Varie ed eventi Tue, 09 Jul 2024 16:07:26 +0000 it-IT hourly 1 https://www.livemag.it/wp-content/uploads/2024/01/cropped-cropped-favicon-1-1-1-32x32.png fotografia Archivi - Live Magazine https://www.livemag.it/index.php/tag/fotografia/ 32 32 L’Arte della bellezza, il percorso di Maria Laura Matthey https://www.livemag.it/index.php/2024/07/09/larte-della-bellezza-il-percorso-di-maria-laura-matthey/ https://www.livemag.it/index.php/2024/07/09/larte-della-bellezza-il-percorso-di-maria-laura-matthey/#respond Tue, 09 Jul 2024 16:06:40 +0000 https://www.livemag.it/?p=30389 Eredità di estetica e innovazione contemporanea Maria Laura Matthey ha ereditato la sua passione per l’estetica dalla madre, Liliana Paduano, una pioniera del settore negli anni ’60. Cresciuta in un ambiente immerso nella bellezza, Maria Laura Matthey ha sviluppato un’eccezionale competenza come dermopigmentista, dedicandosi con fervore alla creatività e all’innovazione continua. Nel suo studio a […]

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Eredità di estetica e innovazione contemporanea

Maria Laura Matthey ha ereditato la sua passione per l’estetica dalla madre, Liliana Paduano, una pioniera del settore negli anni ’60. Cresciuta in un ambiente immerso nella bellezza, Maria Laura Matthey ha sviluppato un’eccezionale competenza come dermopigmentista, dedicandosi con fervore alla creatività e all’innovazione continua. Nel suo studio a Napoli, My Studio, offre alle clienti un’esperienza armoniosa, ispirata dalla sua passione per la trasformazione dei volti umani attraverso il trucco permanente.

Il suo obiettivo è quello di migliorare la vita delle persone attraverso il suo lavoro, considerato un’eccellenza a livello nazionale. Recentemente, ha lanciato il progetto “Luce dei miei Occhi”, che si aggiunge al suo già impressionante portfolio, un mix sorprendente di talento, creatività, empatia ed espressione dell’interiorità.

“Luce dei miei Occhi”, un raggio di speranza e rinascita

Maria Laura Matthey descrive “Luce dei miei Occhi” come un progetto nato per ringraziare le sue clienti pro bono, donne che affrontano difficoltà particolari e si rivolgono a lei non per motivi frivoli, ma per esigenze autentiche. «Questo progetto è dedicato a coloro che, per vari motivi, hanno perso il sorriso, la speranza e l’illusione nel futuro. Spero che, dopo il nostro trattamento, possano riacquistare un’espressione di luce e vitalità», spiega Maria Laura con passione.

Maria Laura Matthey 2

Il debutto del progetto, la storia di Adele

«Sì, ho iniziato con Adele, la mia prima cliente per questo progetto», racconta Maria Laura. «Durante il trattamento, registro un video in cui chiedo alla persona cosa accende di più il suo sguardo. Adele mi ha risposto che è il mare. Così, ho voluto che la sua espressione riflettesse la stessa bellezza, gioia e vitalità che il mare le ispira. Questo progetto è aperto a tutti, poiché ognuno di noi ha una fonte diversa di ispirazione e luce».

Un connubio di talento tecnico e psicologico

«Luce dei miei Occhi è il culmine di una serie di progetti iniziati nel 2005», racconta Maria Laura. «Dal 2005 al 2010, mentre mi trovavo negli Stati Uniti, fermavo le persone per strada, facevo loro complimenti inaspettati e catturavo le loro reazioni con la fotografia. Inconsapevolmente, stavo studiando l’aspetto espressivo della bellezza legato allo stato d’animo. Questo percorso di scoperta mi ha portato a capire quanto l’estetica sia profondamente connessa all’interiorità delle persone».

Un viaggio di scoperta ed evoluzione

«Ho poi approfondito questi studi con mostre focalizzate sul ritratto degli occhi, esplorando i riflessi, come durante un viaggio in Africa, dove ho fotografato bambini negli orfanotrofi, evidenziando il riflesso dell’ambiente nei loro occhi. Dopo un viaggio in India, ho continuato a immortalare farfalle negli occhi di mendicanti e bambini. Tutti questi progetti hanno culminato in “Il Terzo Occhio”, dove ho ritratto oltre 70 artisti, catturando la proiezione della loro interiorità attraverso i loro occhi. Questo lavoro mi ha permesso di comprendere ancora di più come l’arte e la bellezza siano interconnesse con l’anima e l’emozione».

L’estetica al servizio della società

Maria Laura Matthey è anche molto impegnata nell’estetica sociale. «La tecnologia avanza continuamente, permettendo trattamenti sempre più sofisticati e accurati. I clienti con alopecia, bruciature o cicatrici da acido richiedono una cura delicata e personalizzata. Attraverso il mio lavoro, non invasivo e altamente preciso, mi impegno a restituire loro l’immagine di sé stessi che avevano perso. La gratitudine che ricevo in cambio è la mia più grande ricompensa. In questo percorso di ricerca estetica per me stessa, c’è arte, talento, ma anche molta spiritualità. Vedere le persone riscoprire la propria bellezza interiore attraverso il mio lavoro è una delle soddisfazioni più grandi».

A cura di Mario Altomura

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Alexia Ungaro, il Mondo visto da un obiettivo https://www.livemag.it/index.php/2021/10/17/alexia-ungaro-il-mondo-visto-da-un-obiettivo/ https://www.livemag.it/index.php/2021/10/17/alexia-ungaro-il-mondo-visto-da-un-obiettivo/#comments Sun, 17 Oct 2021 19:58:12 +0000 https://www.livemag.it/?p=15861 Una laurea in Geologia, un lavoro in un negozio, una passione sfrenata per il mondo della fotografia. Datele una Nikon e vi racconterà il mondo dai suoi occhi. Alexia Ungaro è una di quelle persone che non perde mai la curiosità. Ogni volta, sogna (e riesce) di raccontare una storia sempre diversa. La sua è […]

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Una laurea in Geologia, un lavoro in un negozio, una passione sfrenata per il mondo della fotografia. Datele una Nikon e vi racconterà il mondo dai suoi occhi. Alexia Ungaro è una di quelle persone che non perde mai la curiosità. Ogni volta, sogna (e riesce) di raccontare una storia sempre diversa. La sua è una passione nata quasi per caso e divenuta qualcosa di tremendamente più serio. Anzi, ad un certo punto, è diventata una esigenza. “Mi sono resa conto che scattare fosse diventato un bisogno. C’è una tensione che ha bisogno di esprimersi in qualche modo, e rubare attimi di tempo al mondo è per me una sfida appagante da un lato, ma anche una necessità. Molto spesso è più facile per me comunicare attraverso immagini piuttosto che a parole” racconta Alexia, abituata a parlare per immagini più che a parole. Ma la sua è una simpatia contagiosa. Energia, entusiasmo e adrenalina tutti da scoprire.

E allora riavvolgiamo il nastro. Come inizia il tuo rapporto con la fotografia?

Il primo approccio alla fotografia lo ricordo benissimo. Io vengo dal mondo della pellicola, e grazie ad un professore delle medie appassionato, chiesi a mio padre di regalarmi la mia prima reflex. Così ho iniziato a studiare e a scoprire un mondo nuovo.

Un inizio in salita: niente di digitale, niente foto usa e getta…

Esattamente! Con la pellicola non scatti mille foto: devi pensare bene all’inquadratura, alla luce, al diaframma e al fuoco. Ecco, il fuoco risultò un problema, il mio non era automatico. La miopia rendeva per me difficoltoso essere precisa, la frustrazione ebbe la meglio e per qualche tempo smisi di scattare.

Finchè poi…

Qualche anno dopo la pellicola era ormai solo un ricordo, la rivoluzione era iniziata, e mi regalarono una reflex digitale, una Nikon stavolta, molto basilare, che mi sembrava leggerissima, e soprattutto mi risolveva il problema della messa a fuoco! Da quel momento ho ripreso a scattare, ovunque andassi mi portavo la mia reflex. E’ interessante osservare come nel tempo si cambi, confrontando le foto fatte in passato con quelle recenti. Un po’ come nel disegno, è un processo di raffinazione. In continua evoluzione. Rispecchia sia l’esperienza e la destrezza acquisite, sia i cambiamenti più profondi.

Come sei riuscita a crescere artisticamente in modo così decisivo?

Guardando, studiando, lasciandomi incuriosire. Vivian Maier è una delle fotografe che mi ha appassionato di più. Per la sua storia, in parte, e perché come me giocava a farsi l’autoritratto in modo inconsueto, riprendendosi nelle vetrine, negli specchi, nelle ombre. Ho trovato grande affinità e mi piace moltissimo il suo stile. Inge Morat è un’altra fotografa che con i suoi lavori mi ha ispirato. Ammiro la genialità e lo spirito di Imogen Cunnigham, e adoro l’ironia di Elliot Erwitt. Si è capito che mi piace molto la fotografia in bianco e nero a questo punto. Forse proprio perché trovo il bianco e nero più espressivo ed intimo. Studiare i lavori delle grandi fotografe e dei grandi fotografi mi dà sempre tantissimi spunti.

Ma altri spunti sono arrivati anche da esperienze… concrete.

Mi sono trovata a scattare anche con un paio di modelli e con una modella che già conoscevo, Diana Nocilli. Ci conosciamo da anni, ma sul fronte fotografico diciamo correvamo in parallelo. Io con le mie esplorazioni, lei con la sempre più solida esperienza e grande talento che si andava sviluppando. È anche grazie a Diana che ho iniziato ad interessarmi di più al ritratto.

Cosa rappresenta per te la fotografia?

Mi è sempre piaciuto disegnare, e secondo me la fotografia è molto affine alla pittura e al disegno in tutte le sue forme. Devi vedere, devi vedere prima, prima di scattare. Spesso per me è così. Vedo una cosa e mi dico “ecco” e cerco il telefono, per scattare la foto. Le foto che pubblico sono quelle che voglio condividere, e mi rendo conto che sono contro corrente: non mi interessano i cuori o le stelline sotto alle foto. Il mio bisogno di esprimere qualcosa è la mia motivazione principale. Volerlo condividere.

E hai ancora voglia di sperimentare…

Mi piace esplorare. Posti nuovi, tecniche nuove, ultimamente ho iniziato con le persone. Se da una parte ho sentito di voler provare con modelli o modelle, dall’altra mi sono resa conto dell’enorme differenza che c’è tra il conoscente, l’amico o l’amica che si prestano, ed un professionista. Le infinite nuove possibilità.

Che rapporto hai con i social?

Dico sempre che sono una persona piuttosto a-social, cioè tendo di più alla riservatezza e alla condivisione del mondo privato con una piccola cerchia di persone amiche. Unica eccezione, le foto.

Quali contenuti vuoi veicolare tramite i tuoi account?

Mi piace condividere emozioni in modo ermetico, attraverso immagini. Un momento, una luce particolare, desideri, nostalgia, la forza di uno sguardo o quella dei particolari. Mi dispiace l’utilizzo del nudo a sproposito, alle volte lo trovo banale.

Chi è Alexia nel quotidiano?

Una persona che lavora, che fotografa, che sa appassionarsi a ciò che è interessante. Per lavoro indosso una divisa, fuori da quel contesto oscillo tra l’elegante, il casual, lo zingaro quando sono in vacanza esplorativa con la Nikon (la comodità prima di tutto), lo sportivo se vado in palestra o a correre. Indubbiamente ho un mio stile, ma sono appariscente o esibizionista solo con chi voglio io.

Cosa vuoi realizzare ancora in ambito personale e professionale?

Voglio continuare a migliorarmi, la cosa difficile è sempre trovare il tempo. Difficile ma non impossibile. A parte lo studio continuo, voglio costruire progetti, magari anche in collaborazione, e vedere cosa sono capace di fare.

CONTATTI SOCIAL

@alex_maybe

In fotografia: Diana Nocilli

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